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martedì 30 giugno 2015

Lo Sapevate Che: Per chi suona l'ora della fine del maschio...



La virilità appare in crisi perché si trasforma. Da sempre? Ho potuto constatarlo a Versailles, alla luce del sole. Nella sala del pendolo di Luigi XV troneggia, sotto forma di mobile sprezzantemente osceno, un orologio astronomico impostato per segnare l’ora sino al 9999. Il robot androide (fantoccio fallico, ode a Priapo) divarica le gambe rococò per mettere in evidenza la potenza virile che si suppone governi il regno, uomini e donne, la terra e le stelle. Che quell’essere scabroso sia stato agghindato con tutti gli intarsi dorati di Francia per nascondere l’inizio della fine del maschio occidentale, del maschio in generale? Il pendolo, progettato dall’orologiaio reale ClaudeSiméon Passemant, ci prova: l’automa androide è un sosia di Luigi XV. Il re “beneamato”, che com’è noto rimase sempre un orfano ansioso, fu  un cacciatore intrepido ed è passato alla storia come predatore sessuale: innanzitutto della propria sposa (dalla quale ebbe dieci figli, tre morti in giovane età), e poi delle tante amanti “grandi” e “piccole” (ebbe almeno 14 figli illegittimi). Senza contare che Madame de  Pompadour, non paga d’essere la favorita, pare si atteggiasse a primo ministro,prendendosela con lo sfrontato orologiaio che si permetteva di esporre gli ingranaggi fisici dell’autorità. Ameno che l’ingegnoso artigiano non abbia invece voluto proclamare di fronte . alla corte e al mondo, stupefatti, che la “virilità” – maschile, monarchica, politica – fosse sul piano di scomparire. “Signore e Signori”, dice in sostanza l’ingegnere del re, “il personaggio principale altri non è che il Tempo, accompagnato solo dai suoi: coloro che lo sanno misurare, calcolare, riprodurre, pensare…”. Questo, perlomeno, è ciò che sostiene Nivi, una psicologa che mi assomiglia e che ritiene che i francesi  siano in anticipo sugli altri quando annunciano al mondo intero che “il re è nudo” e il maschio pure. Le “folies françaises” non sono nate con il Sofitel o il Carlton. La virilità, mito superato e realtà indispensabile, cosa sarà mai, in effetti? La prestazione di un atleta sessuale? L’autorità del maschio? L’arte di vivere propria di un essere umano dotato di cromosomi e testosterone?La sua parola, la sua scrittura? la paura della castrazione?(..). “L’artista”, che si diverte proclamandosi “ateo del sesso”: la sua libidine è interamente assorbita dall’invenzione di nuovi linguaggi, si perdona e ci perdona, accompagnato da un’intensa miscela di spiritualità. E infine “il politico”, ultimo custode della posa fallica: ne gode, ne approfitta, se ne fa grande e non l’abbandona soprattutto nelle inevitabili traversate del deserto, poiché questa fede senza innocenza non conosce la parola “mai”. Il matrimonio è alla portata di tutti, certuni e certune preferiscono coprirsi il volto con un velo, mentre altri vogliono essere tutto everetutto…L’emancipazione delle donne e i loro progressi sociali, che accentuano la bisessualità fisica delle madri e delle amanti, oggi sconvolgono gli uomini, che di fronte a loro percepiscono un “rischio di omosessualità” (Colette) – a meno che non si tratti di una speranza. Il maschio occidentale tuttavia non ha perso, benché le vite quotidiane siano più difficili da elaborare rispetto alle tecniche, alle rivoluzioni, alla governante politica, al culto o alla blasfemia. Nuovi legami amorosi sono più che mai necessari, perché i due sessi – che non se ne stanno tranquilli sulle due sponde della differenza sessuale – accordino le proprie esperienze interiori, i loro stati quantici.(traduzione di Marzia Porta).
Julia Kristeva – Donna di Repubblica – 13 giugno 2015-

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