Sbagliando Si Ritiene che
progredire significhi diventare impermeabili all’orrore, indifferenti alle
sofferenze. Sbagliando si ritiene che il nostro mondo sia il peggiore di
sempre,solo perché abbiamo accesso alle informazioni in tempo reale, e uno
stupro o un volo che precipita ci vengono comunicati un attimo dopo che sono
avvenuti. A noi resta una sensazione di impotenza che ci spinge ad abbassare lo
sguardo, a smettere di guardare “fuori” per concentrarci sulle nostre vite, che
sono vite private, che crediamo di poter gestire lontano dalle sciagure del
mondo. E che invece ci dice che tutto ci riguarda, che tutto dipende anche da
noi, in fin dei conti ci sembra una stolto che farebbe meglio a badare agli
affari propri. A chi ci dice che tutto parte dalla dimensione privata per
estendersi poi a quella pubblica, si risponde spesso con una smorfia, o peggio,
con l’indifferenza. Tutto scivola, il bene e il male. (..). Il Presidente della
Repubblica, lo scorso 5 giugno in visita a Expo, ha detto una cosa semplice:
“Lo spreco di cibo è un insulto alla società”. Una banalità, diranno i soliti.
Una banalità che però fa eco ai dati agghiaccianti diffusi dalla Fao, che ci
mette in guardia su una percentuale incredibile: il 30% del cibo in pattumiera. “La cultura dello scarto e del
consumo illimitato – ha detto Mattarella – non si concilia più con il futuro
possibile, né con lo sviluppo economico. E’ questa la novità del nostro tempo.
Uscire dalla crisi vuol dire saper innovare e cambiare rotta”. Chiaro, facile,
utile. Uscire dalla crisi significa ascoltare i messaggi più semplici, perché
dalla semplicità dipende il nostro futuro, da calcoli immediati, diretti, dai
quali chiunque è in grado di tirare le somme. (..). Dall’Altra Parte c’è un messaggio semplice che mi ha
fatto soffrire e allo stesso tempo riflettere. “Ho un tumore al polmone e mi
aspettano sei mesi di chemio”. Emma Bonino lo scorso gennaio annunciava di
avere un tumore e di doversi sottoporre a cure mediche. Credo che non tutti
abbiano compreso il motivo di questa esternazione, ma sono sicuro che abbia
sortito gli effetti sperati. Ancora una volta Emma Bonino, come da prassi
radicale, ha fatto del suo corpo terreno per una battaglia importante, il
messaggio che ha voluto trasmettere è semplice ma fondamentale. ho il cancro ma
non mi arrendo. Ho ilcancro ma non mi chiudo in casa in preda alla disperazione
e alla vergogna per una malattia che non percepisco e che non vivo come una
punizione divina. Ho il cancro e mi curo perché voglio vivere. Ho il cancro e fino
a che potrò farlo, continuerò a lavorare. Ho perso i capelli ma in pubblico mi
mostro con turbanti colorati, che sono un messaggio di forza e di speranza. Ecco Cosa
significa aver detto sono malata. Significa aver mostrato alle centinaia di
migliaia di persone che stanno combattendo un male terribile che ce la possono
fare. Che ce la devono fare. E non crediamo che sia scontato combattere con
forza una malattia. E non crediamo che sia scontato riuscire a condividere la
propria sofferenza e le proprie paure. E non crediamo che sia solo una
questione di cultura o di arretratezza. Nella sofferenza non sempre si dà il
meglio di sé, come in maniera romantica si è portati a pensare. La forza dei
messaggi semplici – e per comprenderli bisogna aver
ancora la capacità di
provare empatia verso il prossimo – è che la semplicità del messaggio chiede a
chi l’ascolta una presa di posizione o indifferenza. Nessuna terza via. Il
coraggio della semplicità che non fughe e si trasforma nel contrario della
superficialità e in sinonimo di profondità e comprensione.
Roberto Saviano – L’antitaliano www.lespresso.it – L’Espresso – 18 giugno
2015 -
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