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domenica 14 giugno 2015

Lo Sapevate Che: Il mondo oltre Babele...



Da sette anni siamo immersi in una crisi che per non angosciarci troppo riteniamo solo economica. Zygmunt Bauman ed Ezio Mauro, pur riconoscendola, non si fermano qui, perché nella crisi economica vedono un sintomo della vera malattia, che è il collasso della democrazie come abbiamo tentato di costruirla o ricostruirla dopo la Seconda guerra mondiale. Questa diagnosi convincente e insieme allarmante viene da loro discussa in Babel, un libro di cui almeno alcune pagine dovrebbero essere lette nelle scuole, affinché i giovani, a cui spetta di diritto il futuro abbiano chiara la mappa dell’avvenire che li attende senza perdersi per vie errabonde. La crisi economica ci è stata spiegata in tutti i suoi aspetti, che sono culminanti nell’assunzione del denaro come unico generatore simbolico di tutti i valori. E siccome il denaro si accumula più velocemente con le operazioni finanziarie che con la produzione agricola e industriale, il lavoro, che era anche il luogo dove era possibile riconoscere la propria identità e la propria appartenenza sociale, è stato esportato in paesi dove i diritti umani sono meno riconosciuti, e da noi sostituito da innovazioni tecnologiche che inesorabilmente riconducono l’intervento umano. Con il primato sempre più incontrastato dell’economia, destra e sinistra, che un tempo indicavano due diverse visioni del mondo – l’una più attenta alla libertà d’impresa, l’altra più attenta alla solidarietà sociale – hanno perso significato, determinando quell’apatia politica ben evidenziata dalla crescita dell’astensione a ogni tornata elettorale, da parte di cittadini, che più non credono nella possibilità di modificare le cose. Questa sfiducia corrode la partecipazione democratica, favorendo quello che Ezio Mauro chiama “neopopulismo”, dove il cittadino è ridotto a spettatore di una “politica ridotta a evento”. In un simile contesto i giovani, per non assaporare quotidianamente la loro insignificanza sociale, vivono l’assoluto presente, perché l’avvenire, che a loro appare se non minaccioso certo imprevedibile, non si offre più come una promessa capace di motivare l’impegno. Bauman chiama “interregno” questa crisi democratica e quindi lascia intendere che si approderà a un nuovo governo del mondo, ma se è vero che “nel 2050 metà della popolazione del nostro regno sarà ricostruibile non con gli strumenti che l’Europa finora continua a utilizzare mediando tra gli interessi degli Stati nazione. Perché se a partire dagli Stati nazione l’Europa ha finora scritto la storia dell’Occidente, e l’Occidente ha scritto o tentato di scrivere la storia del mondo, come scrive Ezio Mauro, oggi che “lo straniero un tempo distante è diventato vicino, l’universalità perduta o immaginaria dei nostri valori deve lasciare il posto a una faticosa compatibilità”. Ne saremo capaci? Non abbiamo altra via, perché se la storia accelera i processi avviati nel segno della de-territorializzazione, non saranno certo i nostri confini e le nostre leggi a mettere in salvo democrazia e futuro, ma solo la capacità di rendere compatibile la nostra storia con la storia che altre genti stanno scrivendo accanto alla nostra. -Zygmunt Bauman - Ezio Mauro –
Umberto Galimberti - Now Libri – Donna di Repubblica – 6 giugno 2015 -

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