Etichette

sabato 27 giugno 2015

Lo Sapevae Che: Parlare di diritti è noioso è ora di conquistarli



A Genova, al Festival delle Idee, il premier Matteo Renzi, intervistato da Ezio Mauro, direttore di Repubblica, ha confermato che presto il governo tornerà occuparsi dei diritti civili. Dovremmo essere contenti, mentre invece il mio primo sincero commento è stato: “Che barba!”. Da quanti decenni ogni tanto si torna a discutere di una legge che consenta unione civili che abbiano  lo stesso valore, che assicuri gli stessi diritti e gli stessi doveri del matrimonio laico, anche tra due donne o due uomini? Da quanti decenni gli schieramenti sono sempre gli stessi e dicono le stesse cose, per scontrarsi e poi lasciar perdere perché il Paese ha anche altre necessità impellenti? Nessuno pretende che questa unione venga celebrata in Chiesa, a nessuno viene in mente di pretendere che la Chiesa l’approvi. In Italia il divorzio e l’interruzione di gravidanza e la procreazione assistita sono legali, anche se la Chiesa non può accettarli. E in questo senso mi viene in mente una mia amica molto cattolico che andò dal suo parroco  a dirgli che voleva lasciare il marito odioso e si sentì rispondere: “Ognuno ha la sua croce e tutti la devono portare”. Al che lei gli ha detto: “Guardi, me la porti lei che è il suo mestiere”, e se n’è andata. (..). Qualche settimana fa in Irlanda, nazione molto più cattolica dell’Italia, dove l’omosessualità non è più reato solo dal 1993, dove l’interruzione di gravidanza è ancora illegale, in un referendum sulle unioni tra persone dello stesso sesso il sì ha largamente vinto. La Chiesa irlandese non è direttamente intervenuta e solo dal Vaticano è arrivato un durissimo commento al risultato, da parte del segretario di Stato  cardinale Parolin: “Una sconfitta per l’umanità”. E’ ovvio che se fosse possibile anche in Italia un riconoscimento giuridico delle coppie non etero, si finirebbe finalmente per non parlarne più, dopo i primi entusiasmi: del resto tutti si stanno sposando sempre meno. Nel dibattito o scontro come volete chiamarlo che si ripresenterà in autunno, ci sarà, per fortuna, un nuovo elemento, per quanto stravagante, sostenuto da colti intellettuali esageratamente pro-gay. Secondo loro, se gli omosessuali potranno sposarsi, diventeranno “banali come essi non sono mai stati”. A parte ilfatto che in passato, obbligati a nascondersi, i grandi gay si sposavano ovviamente con una signora, vedi Oscar Wilde, e ancora oggi molti omosessuali che non si accettano mettono su famiglia, spesso rovinosa. Come scrive Pietro Citati sul Corriere della Sera, “mentre conquistano i propri diritti gli omosessuali pretendono di essere come gli altri, ciò che certo non sono: tanta è la singolarità di condizioni che li distingue. Questa è un’offesa a loro stessi: un’offesa alla loro vita quotidiana, una cancellazione dell’abisso e del fascino che li circonda”. Va ben:ma il fascino della creatività l’hanno pure gli etero, e allora perché gay e lesbiche operaie, medici, giornalisti, poliziotti, maestri, ministre eccetera devono essere diversi, e perché non possono avere diritti?
Natalia Aspesi – Donna di Repubblica – 20 giugno 2015

Nessun commento:

Posta un commento