Come Dire Una decina d’anni fa capitava di
ricevere, non senza qualche sgomento, certi messaggini sul telefono firmati:
“PresdelCons”. Il potere conosce il tuo numero di cellulare, il potere fa
vibrare la tua tasca. Il potere si firma con una sigla che ricorda la
“aut.min.rich.” che ricorre alla fine delle pubblicità audio e video dei
farmaci. Quanto è meglio, invece, l’account Twitter di Barack Obama!
Innanzitutto è appunto un account Twitter e lo segue solo chi lo vuole (milioni
di persone). Poi lo username è “Potus”, che potrebbe essere un elfo o un
incantesimo di Harry Potter o anche un incrocio fra “potere” e “Linus”, ma
invece è il semplice acronimo di “President Of The United States”. Al suo terzo
tweet Obama ha fatto pubblicità a “Flotus”, account di sua moglie, ovvero
“First Lady Of The United States”. Questo perché Bill Clinton gli ha subito
chiesto, sempre con un tweet, se lo username rimarrà anche dopo la fine del
mandato di Obama. Vuol dire che se Hillary Clinton succederà ad Obama suo
marito Bill sfoggerà un account Fhotus (First Husband…)? Chissà. Clinton e
Obama ci hanno scherzato sopra (yes, they can), e si vedrà. Intanto per un paio
d’anni potremo seguire la coppia Pous & Flotus, e la cosa non manca di
mettere di buon umore e di incuriosire. La vera domanda è se Obama sarà un
innovatore anche su Twitter, lo strumento che ha reso possibile associare due
caratteristiche della comunicazione che parevano incompatibili: l’ufficiale e
l’informale.
Stefano Bartezzaghi – Visioni – Narrativa – Saggistica –
L’Espresso – 4 giugno 2015 -
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