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venerdì 5 giugno 2015

Lo Sapevate Che: Ho rubato alla Casa Bianca...



La signora entrò snella nel bagno della Casa Bianca e ne uscìgonfia “come il pupazzo della Michelin”, raccontò nelle sue memorie Lea Berman, segretaria sociale del presidente americano George Bush. Preoccupata che qualche cibo servito al pranzo ufficiala del quale la signora era ospite avesse scatenato una reazione allergica, Lea le chiese se si sentisse bene. “Benissimo”, le rispose brusca la signora, ma nell’allontanarsi agitando sdegnata l’ampio deretano, qualche cosa le sfuggì sotto la gonna: un asciugamano. Si era imbottita, dal collo ai collant, di salviette, asciugamani, saponcini, bicchierini e di tutto quello che aveva trovato con impresso il simbolo della residenza presidenziale e che fosse riuscita a nascondersi sotto gli ampi indumenti di gala. Si parla in ogni Paese dei furti compiuti “dal palazzo della politica, ma non meno conosciuta è la storia di quanto venga rubato “nel” palazzo, da ospiti e visitatori affamati di souvenir che dicano al mondo: io, proprio io, sono stato a colazione dal Presidente, a pranzo dalla First Lady, a cena con il presidente della Camera. Senza arrivare alla bulimia da accessori di quella (anonima)signora, nessuno che abbia avuto il raro onore di sedere alla tavola del potere americano se ne va senza essersi portato via qualche cosa.(..). Dal cavallo di Zachary Taylor, “Old Whitey”, al quale i visitatori strappavano nel 1950 i peli della coda uno alla volta mentre lui brucava mansueto, fino a lasciarlo completamente a sedere scoperto, ai rottami pescati nei periodici lavori di restauro e di ristrutturazione, l’adorazione per i frammenti del massimo tempio laico americano è quasi religiosa. Pezzi dei servizi di piatti, salsiere, sottobicchieri, tazzine e soprattutto segnaposti a tavola, sono venduti si e-bay a prezzi che superano i diecimila dollari, come per un piattino della presidenza Lincoln.(..). Talmente grande era la razzia dei segnaposto che da qualche tempo i camerieri ai pranzi ufficiali hanno l’ordine di portarli tutti via, discretamente, non appena gli ospiti si sono accomodati, senza badare al nome e all’importanza del personaggio.(..). Barbara Walters, imperatrice riconosciuta delle interviste tv, ha rubato tanti souvenir da avere indotto Michelle Obama a mandarle un cesto regalo con un campionaria di tutta la piccola oggettistica con il simbolo presidenziale, accompagnato da una nota: “Ma tu, cara Barbara, sarai comunque sempre la benvenuta e potrai rubare quello che vuoi”. Meryl Streep, tre volte Oscar e gigantesca attrice, ha ammesso di aver rubato allegramente. Ha raccontato di essersi trovata nel bagno a sistemarsi il trucco accanto a una donna che nervosamente occhieggiava la salvietta con il ricamo dell’aquila presidenziale. “Coraggio, cara, prendila pure, io ne ho già una qui nella borsa”. E quello che non fanno gli ospiti, fanno a volte i dipendenti: William Crook, guardia del corpo – senza grande successo – di Lincoln, il presidente assassinato (..) schiodava le tavole di legno del pavimento per ricavarne bastoni da passeggio, venduti a centinaia. Dubito, per esperienza diretta, che chiunque sia stato ospite nel palazzo del presidente sia mai uscito a mani vuote. Neppure io, che da una cena di Stato riportai una tasca piena di bustine di fiammiferi con l’emblema presidenziale, sono innocente. Oggi che il fumo è ovunque rigorosamente vietato e scoraggiato, non saprei più che cosa rubare.
Vittorio Zucconi – Donna di Repubblica – 30 maggio 2015 -

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