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sabato 6 giugno 2015

Lo Sapevate Che: Campi, impronte, costi: l'Italia nella trappola europea....



Quando si riuniscono a Bruxelles, il 23 aprile 2015, sono passati solo cinque giorni dalla morte di 900 persone nel Mediterraneo, Eppure nelle decisioni dei 28 primi ministri dell’Ue non c’è traccia di commozione. Nella riunione tracciano la rotta dell’Agenda europea per l’immigrazione. Le priorità: fermare i trafficanti, rafforzare i controlli, prevenire gli ingressi irregolari. Insomma, una strategia ispirata alla repressione. La solidarietà resta in secondo piano. Sia quella verso profughi e migranti, sia quella verso le nazioni come l’Italia che devono gestire sbarchi e soccorsi. I veti di Francia, Spagna e Paesi dell’Est fanno vacillare subito le promesse sul numero di rifugiati che andrebbero condivisi tra gli Stati per alleggerire i porti d’approdo Le quote oscillano dalle 40 alle 20 mila persone, in attesa della decisione finale che arriverà il 25 giugno. Ma attualmente l’Italia ospita 83mila richiedenti asilo e gli sbarchi aumenteranno con la bella stagione: solo da gennaio sono arrivate altre 41 mila persone. Se il volto solidale scricchiola, quello repressivo è saldo. E prevede costi gravosi per il nostro Paese. A partire da una condizione imposta dall’Ue: l’Italia non potrà più chiudere un occhio sui regolamenti. Non saranno più tollerate fughe di profughi, che cercano di raggiungere il Nord per presentare domanda d’asilo in Svezia, Germania, Olanda, dove vivono parenti e amici. Nel 2014 in centomila hanno lasciato il nostro Paese seguendo questo meccanismo informale. Invece ora chiunque arriva sulle nostre coste verrà identificato con impronte digitali e foto. Le conseguenze per l’Italia sono pesanti: tutte le persone saranno trattenute in “centri di smistamento”, per essere controllate fino a che non verrà deciso il loro futuro. Strutture che dovranno essere costruite dal governo di Roma e presidiate dalle nostre forze dell’ordine. “Devono spiegarci fino a dove intendono portare la costrizione”, dichiara Carlotta Bellini di Save The Children: “Perché l’uso della forza non può essere giustificato. Soprattutto sui minori. Non possiamo lasciar passare alcuna violenza su chi ha già subito la guerra e chiede solo il diritto a un futuro”. Ma la volontà della Ue è chiara, ee è che i controlli siano militarizzati e costrittivi. Con l’obbligo per l’Italia di farsene carico, economicamente e socialmente. Fino a quando l’operazione militare contro gli scafisti e le loro basi libiche non avrà, come recita il documento dei ministri della Difesa rivelato da WikiLeaks, “sensibilmente ridotto il flusso di migranti”. Così si chiude la Fortezza Europa.
Francesca Sironi – Esclusivo – L’Espresso – 4 giugno 2015

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