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domenica 19 marzo 2017

Speciale: San Giuseppe e la Festa del Papà...



Caro Papà

Anche i papà hanno bisogno di coccole. E se le meritano. Nonostante girino per casa con mutandoni improbabili, ridano sempre fragorosamente alla stessa terribile battuta e pronuncino un po’ troppo spesso la fatidica frase: “Sai, figliolo, quando avevo la tua età…”:
Sono quella fortezza indistruttibile di forza e dolcezza all’ombra della quale siamo cresciuti. Ci hanno accolto al mondo col loro faccione sorridente e adorante, ci hanno insegnato a legarci le stringhe delle scarpe e a stringere la mano, ci hanno aspettato con pazienza fuori dalle feste o dagli allenamenti, ci hanno fatto scoprire noi stessi grazie a interminabili conversazioni serali.
Papà gorilla, papà leone, papà elefante, papà orso bianco….
“Grazie per essere stato l’amico su cui ho sempre potuto contare, grazie per essere stato l’eroe al quale mi sono sempre potuto ispirare, grazie per essere stato mio padre. Ti voglio bene, papà”.

Nella tradizione popolare, San Giuseppe, sposo della Vergine Maria, è il santo protettore dei poveri e dei derelitti, poiché i più indifesi hanno diritto al più potente dei Santi.
In questo giorno, si ricorda la sacra coppia di giovani sposi, in un paese straniero ed in attesa del loro Bambino, che si videro rifiutata alla richiesta di un riparo per il parto. Questo atto, che viola due sacri sentimenti: l'ospitalità e l'amore familiare, viene ricordato in molte regioni con l'allestimento di un banchetto speciale. Così in alcuni paesi della Sicilia, il 19 marzo di ogni anno, si usava invitare i poveri al banchetto di san Giuseppe. In questa occasione, un sacerdote benediva la tavola, ed i poveri erano serviti dal padrone di casa.
In alcune città, il banchetto veniva allestito in chiesa, e, mentre due
sacerdoti servivano i poveri, un terzo predicava per nove volte, tante
quante le pietanze che venivano servite. Oltre a proteggere i poveri e
le ragazze, San Giuseppe, in virtù della sua professione, è anche il
protettore dei falegnami, che da sempre sono i principali promotori
della sua festa
La festa del 19 marzo è anche associata a due manifestazioni specifiche, che si ritrovano un po' in tutte le regioni d'Italia: i falò e le zeppole. Poiché la celebrazione di san Giuseppe coincide con la fine dell'inverno, si è sovrapposta ai riti di purificazione agraria, effettuati nel passato pagano. In quest'occasione, infatti, si bruciano i residui del raccolto sui campi, ed enormi cataste di legna vengono accese ai margini delle piazze. Quando il fuoco sta per spegnersi, alcuni li scavalcano con grandi salti, e le vecchiette, mentre filano, intonano inni per San Giuseppe. Questi riti sono accompagnati dalla preparazione delle zeppole, le famose frittelle, che pur variando nella ricetta da regione a regione, sono il piatto tipico di questa festa.

A Roma la preparazione delle zeppole, affiancate dai bignè di san Giuseppe, ha un fervore particolare.
Nel passato, ad ogni angolo di strada era possibile trovare un banco di frittelle, e tutta la città era addobbata da decorazioni festive. E' infatti con la festa di san Giuseppe che si saluta definitivamente l'inverno e si comincia a sentire il profumo della primavera, così le vicende stagionali e gli antichi riti si uniscono con la festosità e la
devozione dei cristiani.

Le origini della festa del papà
La Festa del papà ricorre il 19 marzo in concomitanza con la Festa di San Giuseppe. Pare che l'usanza ci pervenga dagli Stati Uniti e fu celebrata la prima volta intorno ai primi anni del 1900, quando una giovane donna decise di dedicare un giorno speciale a suo padre. Agli inizi la festa del papà ricorreva nel mese di giugno, in corrispondenza del compleanno del Signor Smart alla quale fu dedicata, poi solamente quando giunse anche in Italia si decise che sarebbe stato più adatta festeggiarla il giorno della Festa di San Giuseppe. In principio nacque come festa nazionale, ma in seguito è stata abrogata anche se continua ad essere un'occasione per le famiglie, e soprattutto per i bambini, di festeggiare i loro papà

Pensieri e Poesie per la Festa del Papà – da Pianeta Mamma
(su consiglio di Cristina Brignole)
Poesie per il papà
Vi proponiamo due poesie lunghe e impegnative firmate da due grandi autori italiani, Salvatore Quasimodo e Camillo Sbarbaro. Entrambe celebrano l'amore filiale per il padre, quella di Quasimodo, in particolare, è il ricordo di come la figura del padre, forte, serena e coraggiosa, riuscì a scacciare via la paura durante il terribile terremoto che sconvolse Messina.
Padre, anche se
Padre, anche se
Padre, se anche tu non fossi il mio
padre, se anche fossi a me un estraneo,
per te stesso, egualmente t'amerei.
Ché mi ricordo d'un mattin d'inverno
che la prima viola sull'opposto
muro scopristi dalla tua finestra
e ce ne desti la novella allegro.
Poi la scala di legno tolta in spalla
di casa uscisti e l'appoggiasti al muro.
Noi piccoli stavamo alla finestra.
E di quell' altra volta mi ricordo
che la sorella, mia piccola ancora,
per la casa inseguivi minacciando.
(la caparbia avea fatto non so che)
Ma raggiuntala che strillava forte
dalla paura, ti mancava il cuore:
che avevi visto te inseguir la tua
piccola figlia e, tutta spaventata,
tu vacillante l'attiravi al petto
e con carezze dentro le tue braccia
avviluppavi come per difenderla
da quel cattivo ch'era il tu di prima.
Padre, se anche tu non fossi il mio
padre, se anche fossi a me un estraneo,
fra tutti quanti gli uomini già tanto
pel tuo cuore fanciullo t’amerei.
di Camillo Sbarbaro

Al padre
Dove sull'acqua viola
era Messina, tra fili spezzati
e macerie tu vai lungo binari
e scambi col tuo berretto di gallo
isolano. Il terremoto ribolle
da due giorni, è dicembre d’uragani
e mare avvelenato. Le nostre notti cadono
nei carri merci e noi bestiame infantile
contiamo sogni polverosi con i morti
sfondati dai ferri, mordendo mandorle
e mele dissecate a ghirlanda. La scienza
del dolore mise verità e lame
nei giochi dei bassopiani di malaria
gialla e terzana gonfia di fango.
La tua pazienza
triste, delicata, ci rubò la paura,
fu lezione di giorni uniti alla morte
tradita, al vilipendio dei ladroni
presi fra i rottami e giustiziati al buio
dalla fucileria degli sbarchi, un conto
di numeri bassi che tornava esatto
concentrico, un bilancio di vita futura.
Il tuo berretto di sole andava su e giù
nel poco spazio che sempre ti hanno dato.
Anche a me misurarono ogni cosa,
e ho portato il tuo nome
un po’ più in là dell’odio e dell’invidia.
Quel rosso del tuo capo era una mitria,
una corona con le ali d’aquila.
E ora nell’aquila dei tuoi novant’anni
ho voluto parlare con te, coi tuoi segnali
di partenza colorati dalla lanterna
notturna, e qui da una ruota
imperfetta del mondo,
su una piena di muri serrati,
lontano dai gelsomini d’Arabia
dove ancora tu sei, per dirti
ciò che non potevo un tempo - difficile affinità
di pensieri - per dirti, e non ci ascoltano solo
cicale del biviere, agavi lentischi,
come il campiere dice al suo padrone:
"Baciamu li mani". Questo, non altro.
Oscuramente forte è la vita.
di Salvatore Quasimodo
e ancora…
San Giuseppe
San Giuseppe vecchierello
cosa avete nel cestello?
- Erba fresca, fresche viole
nidi, uccelli e lieto sole!
Nel cantuccio più piccino
ho di neve un fiocchettino,
un piattino di frittelle
e poi tante cose belle!
Mentre arriva primareva
canto a tutti una preghiera,
la preghiera dell'amore
a Gesù nostro Signore

Al babbo lontano
Caro uccellino che volando vai,
il babbo mio di certo tu vedrai.
Digli che è tanto buono il suo bambino,
e che spesso gli manda un bel bacino.
Digli che gli vuol bene e che lo aspetta!
Vola, uccellino, vola vola in fretta!

Ricette Caratteristiche per la Festa del Papà e di San Giuseppe

Bignè Di San Giuseppe
Per 6 persone

150 gr di farina, sale, 100 gr di burro, 4 uova, 40 gr di zucchero semolato, 50 gr di zucchero a velo. Per la crema pasticcera: 30 gr di farina, 2,5 dl di latte intero, 2 tuorli, 80 gr di zucchero, una scorza di limone. Olio.

Preparare la crema pasticciera: in una casseruola portare a bollore il latte con metà zucchero e la scorza di limone. In una ciotola montare i tuorli con lo zucchero rimasto sin ad avere un composto spumoso, aggiungervi la farina, mescolare bene. Aggiungere a filo il composto di latte, mescolare, rimettere nella casseruola e fare cuocere, sempre mescolando, sin che la crema si sarà addensata. Fare raffreddare.
Ridurre il burro a dadini e metterlo in una casseruola con 2,5 dl di acqua, lo zucchero semolato e un pizzico di sale. Portare il composto a ebollizione mescolando. Togliere dal fuoco e versarvi in un solo colpo la farina, amalgamare con forza e rimettere sul fuoco, sempre mescolando, facendo cuocere sin quando il composto si staccherà dalla parete della casseruola. Lasciare intiepidire, incorporarvi le uova, una alla volta e solo dopo che il precedente sia stata bene amalgamato. Lavorando con un cucchiaio di legno sino a che il composto sia morbido e consistente. Portare a ebollizione in una padella abbondante olio. Con l’aiuto di un cucchiaio prelevare un poco di impasto che cercherete di modellare con l’aiuto di un cucchiaino e verserete nell’olio bollente. Facendone cuocere 6 alla volta, dorandoli da entrambi le parti- Scolarli su carta assorbente da cucina. Con una siringa a bocchetta liscia, riempire i bignè di crema e sistemarli a piramide su un piatto da portata, spolverizzarli con lo zucchero a velo e servire.


Zeppole Specialissimi Per il Papà


Zeppole Ripiene Di Crema
Per 6 persone

Per la crema pasticcera: ½ lt di latte, 1 tuorlo, 40 gr di zucchero semolato, 20 gr di farina, la scorza di ½ limone. Farina per il piano di lavoro.

Preparare la crema pasticcera: in una casseruola fare bollire il latte con metà dello zucchero semolato e la scorza di limone. In una ciotola montare il tuorlo con lo zucchero rimasto e la farina, aggiungervi a filo il latte da cui avrete eliminato la scorza di limone. Rimettere il composto nella casseruola e fare cuocere, sempre mescolando, sino a quando la crema sia addensata. Versare in una casseruola 2 bicchieri di acqua, la Marsala e lo zucchero e portare a bollore. Versarvi la farina e cuocere il composto, sempre mescolando con un cucchiaio di legno, sino a quando inizierà a staccarsi dalle pareti della casseruola. Fuori dal fuoco incorporarvi, i tuorli, uno alla volta, e solo dopo aver amalgamato quello precedente. Fare intiepidire. Infarinare un piano di lavoro. Con l’impasto formare tante stringhe lunghe circa 20 cm e larghe 1,5 cm. e unendo le due estremità delle stringhe. Appoggiarle sul piano. In una padella con abbondante olio in ebollizione, fare dorare le ciambelle da entrambi le parti e scolarle su carta assorbente da cucina. Lasciarle raffreddare e spolverarle con lo zucchero vanigliato. Appoggiarle su un grande piatto da portata guarnendole con qualche ciuffetto di crema con sopra un occhio di marmellata. Fare se necessario due strati, facendo attenzione a non rovinare la guarnizione delle prime zeppole.

Ancora Zeppole Speciali

Per 6 persone

Zeppole Semplici, I Versione

6 uova, ½ bicchiere d’acqua, gr 250 di farina, gr 150 di zucchero, burro, olio.

Sbattete le uova con l’acqua e la farina, mescolate bene per circa 5 minuti, aggiungete una noce di burro, fatto fondere in precedenza e mescolate per 2 minuti. Mettete la pasta in una casseruola e ponetela su fuoco basso, mescolandola continuamente, finche non sarà addensata. Toglietela dal fuoco. Mettete l’olio in una padella larga e bassa e fatelo scaldare. Prendete quindi con un cucchiaio un po’ d’impasto e fatelo cadere dolcemente nell’olio. Fate attenzione a muovere la pasta nell’olio, affinché non attacchino al fondo. Scolatele e passatele su carta assorbente da cucina. Servitele spolverizzate di zucchero.

Zeppole Alle Patate, II Versione

500 gr di farina, 500 gr di patate, 100 gr di burro, 4 uova intere,1 cucchiaino di sale, 2 cucchiai di zucchero, 2 dadi di lievito di birra, buccia di limone grattugiata.

Cotte le patate si pelano calde e si passano al setaccio, quindi si aggiungono tutti gli ingredienti. L’impasto si deve lavorare poco. Lavorarlo sino a quando sia ben amalgamato. Si formano dei bastoncini grossi il doppio di un dito medio, aiutandovi con la farina, e si tagliano ogni 20 cm, chiudendoli ad anello. Si lasciano lievitare per circa un’ora, lasciandoli appoggiati su un piano da lavoro, coperti con uno “scialle di lana”. Quando avranno raddoppiato il volume si friggono nell’olio bollente, usando una casseruola molto alta, per far sì che galleggino nell’olio. Far asciugare il grasso superfluo su carta assorbente da cucina e si passano nello zucchero.

AUGURI A TUTTI I PAPA’!

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