Sono andato a leggere sull’Enciclopedia Treccani come viene
definita la parola carisma e ne sono rimasto alquanto stupito: è un dono del
Signore che comincia addirittura cool battesimo, è la grazia che tutte le anime
ricevono. Se poi lo utilizzano rientra nel loro libero arbitrio; un esempio di
carisma è l’apostolato religioso o laico, in favore dei poveri, degli esclusi,
degli ammalati. Insomma le persone che ne sono dotate non possono che
esercitarlo in favore degli altri. La definizione concerne anche le attività di
governo e quindi il potere che l’azione di governo comporta. Lo si può
esercitare senza carisma, e in quel caso basta un governo mediocre, burocratico
e incapace di suscitare i sentimenti nobili, non solo di un singolo ma d’una
massa d’individui che giudicano per il bene della comunità cui appartengono. La
sintesi di tutto ciò è la capacità di un individuo d’avere un fascino che
convince gli altri a seguirlo a fin di bene. Se viceversa quel fascino viene
esercitato soltanto a proprio vantaggio, allora non si chiama più carisma ma
soltanto suggestione, demagogia, seduzione. Il seduttore non ha nulla di
carismatico, è un affascinante bugiardo. Ho riportato qui la definizione
enciclopedica alla quale allego una considerazione: è impossibile comprendere
subito e quindi distiguere il fascino carismatico dalla seduzione a proprio
vantaggio. Dipende dalle opere e dalla loro finalità. Sarà quindi poi la storia
a distinguere il carismatico dal seduttore. Noi sappiamo per esempio che
Mussolini intervenne con il suo fascino per il bene proprio, che però portò
l’Italia al disastro e a seicentomila morti. Ma le capacità seduttive le
chiamavamo carismatiche. Del resto è sempre così e anche il significato
religioso del termine si presta all’equivoco: gioca a vantaggio del proprio Dio
e del prossimo ma quella è una soddisfazione del proprio Io che è il vero
soggetto della comune vicenda. E’ interessante a questo punto porsi la domanda
di chi siano oggi le persone di governo dotate di carisma. Il primo nome
che ti viene in mente, purtroppo e Beppe Grillo, affascina milioni di persone
che se ragionassero lucidamente lo manderebbero, come si dice, a quel paese e
invece non lo fanno. Un’altra persona dotata di carisma fu Bettino Craxi:
lavorava per il socialismo democratico ma anche (soprattutto) per sé e per
accentuare il suo potere. Un altro ancora fu Enrico Berlinguer, ma nel suo caso
il risultato di quel lavoro lo portò alla morte per l’intensità con il quale lo
svolse. Oggi, a parte Grillo e il suo fascino comico, Matteo Renzi è certamente
dotato di carisma che è possibile dividere in due distinti sentimenti: uno a
favore della positiva governabilità e l’altro la soddisfazione che il potere dà
al suo io. Gentiloni è un caso diverso, sta governando bene, sia pure in una
situazione precaria e difficile, ma non possiede carisma. Ora voglio fare un
altro esempio d’una persona di grande carisma e d’un pressoché totale
disinteresse per se stesso. Si chiama Roberto Benigni. Sono amico suo e questa
amicizia me lo ha fatto conoscere nel suo intimo, nei suoi comportamenti e
sentimenti. Benigni il carisma ce l’ha, comico, la sua popolarità è
grandiosa. Non parlo di popolarità nel senso di notorietà ma nel senso di
satira, che lui non fa molto per alimentare ma che è grandissima. Quando entra
in un qualsiasi negozio o trattoria o teatro o in qualunque strada di qualunque
città italiana, la gente che lo vede e lo riconosce, fa qualsiasi cosa per
attirare la sua attenzione. Benigni, figlio di contadini, ha un’eccellente
cultura, ha letto e legge libri di saggistica e di filosofia moderni e antichi
perfino antichissimi. Una cultura che nulla ha a che fare con la sua popolarità
e tanto meno con la sua attività di comico. Infatti siamo in pochi a conoscere
la sua cultura, poiché non la esibisce mai. Mi è capitato più volte di dirgli
che se in Italia il presidente della Repubblica fosse eletto dal popolo secondo
me, lui vincerebbe ed eserciterebbe molto bene il suo mandato. Concludo in due
modi. Difficilmente si trova una parola che abbia significati non contrastanti.
E l’ho già detto: è il nostro Io che determina e fa la differenza fra ciascuna
persona e l’altra. E così sia.
Eugenio Scalfari – Il vetro soffiato – L’Espresso – 26 marzo
2017 -
Nessun commento:
Posta un commento