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venerdì 10 marzo 2017

Lo Sapevate Che: Parola di Pediatra: al fegato non piacciono bibite e merendine...



Che pensereste di una persona che ogni giorno desse ai suoi bambini un bicchierino di grappa? Certo niente di buono, eppure secondo una ricerca coordinata dal pediatra ed epatologo Valerio Nobili, dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, milioni di persone, in Italia e nel mondo, fanno una cosa più o meno equivalente dal punto di vista dei danni al fegato, mettendo a rischio la salute dei propri figli. Tutto parte dal caso di 271 bambini sovrappeso di 8-12 anni: durante controlli medici si era visto che avevano il fegato ingrossato e indicatori ematici di sofferenza epatica. Una biopsia ha poi svelato che la causa di tutto era un accumulo di grasso nelle cellule epatiche: una condizione asintomatica, ma che può degenerare in pochi anni in fibrosi e poi cirrosi. Questo percorso un tempo era tipico degli alcolisti, ma dagli anni ’80 negli Usa lo si è cominciato a osservare anche in persone astemie e obese. “Per capire quali fattori avessero danneggiato il fegato di bambini così piccoli” dice Nobili “li abbiamo esaminati più a fondo individuando uno dei principali: un paziente su due aveva un livello troppo alto di acido urico nel sangue”. Normalmente l’iperuricemia, che alla lunga danneggia sistema cardiocircolatorio e articolazioni, si trova in chi mangia molto pollame, birra, frutti di mare, una dieta improbabile per dei bambini. “Ma l’acido urico viene prodotto anche dal fegato, quando degrada l’etanolo o il fruttosio. Scartato il primo, siamo arrivati alla fonte del secondo esaminandola dieta dei pazienti, ricca in merendine e bevande zuccherate: la quantità di fruttosio assunto era in diretta relazione con il livello di acido urico e con il danno al fegato”. Il fruttosio, abbondante nella frutta e presente insieme al glucosio anche nel saccarosio, è uno zucchero “ambiguo”: visto che è economico e più dolce del saccarosio, l’industria alimentare lo aggiunge generosamente a tanto prodotti, soprattutto destinati ai bambini. “Mangiando frutta si assumono però anche fibre, vitamine e antiossidanti, che rallentano e attenuano gli effetti degli zuccheri sul fegato; bibite e merendine fanno invece arrivare al fegato una bomba di puro fruttosio, infiammandolo e, alla lunga, creando depositi di grasso”. Il consumo di fruttosio giornaliero per i bambini, dice Nobili, non dovrebbe superare i 25 grammi. Considerato che possono bastare una lattina di bibita o due merendine per raggiungere quel limite, si capisce che l’abuso è dietro l’angolo. “Gli effetti di obesità ed eccesso di fruttosio si stanno manifestando drammaticamente negli Usa, con un crescente numero di trapianti di fegato in giovani adulti. In Italia, Paese con due milioni di bambini sovrappeso, consiglio ai genitori di tenere i figli sotto al limite dei 25 grammi di fruttosio: ne basta un solo grammo in più al giorno, per aumentare di 1,5 volte il rischio di danni epatici.
Alex Saragosa  - Scienze – Il Venerdì di La Repubblica – 3 marzo 2017 -

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