Ebbene sì, esiste un caso in cui il
fumo giova alla salute. Si tratta di quello di una ragazza tedesca di vent’anni
afflitta da una particolare forma di anemia ereditaria, non a caso oggetto di
uno studio pubblicato dal Journal of
Biological Chemistry. La giovane soffriva di una particolare forma di
anemia dovuta a una mutazione genetica della sua emoglobina (la cosiddetta
emoglobinopatia di Kirklareli) che non riusciva a sintetizzare correttamente
l’ossigeno e, dunque, tendeva a ossidarsi e a perdere parte del suo ferro.
Questa forma di anemia è ereditaria, eppure il padre della ragazza, che aveva
nel Dna la stessa mutazione genetica, presentava livelli di ferro nel sangue
perfettamente normali. Il rompicapo ha impegnato i medici finché non si sono
accorti di un dettaglio: il padre, a differenza della figlia, era un fumatore.
Questo aveva fatto la differenza, perché con la continua assunzione di
monossido di carbonio, nel sangue dell’uomo si abbassava la presenza di
ossigeno e dunque si fermava il processo di ossidazione dell’emoglobina, impedendole
così di perdere parti di ferro. “Un caso molto raro” ha concluso John Olson,
della Rice University (Texas), “che non fa del fumo una cura. L’anemia è
facilmente curabile con integratori e con una dieta efficace, i danni da fumo,
no”
(Luciana grosso) – Scienze – Il Venerdì di La
Repubblica – 17 marzo 2017
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