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giovedì 30 marzo 2017

Lo Sapevate Che: Ho salvato le scimmie Testa Bianca salvando gli Uomini...



Pechino. E se il pianeta delle scimmie non fosse poi così diverso dal nostro? Con quel nome bucolico che si ritrova, soltanto uno scienziato chiamato Pan poteva pensare di sciogliere il mistero dell’anello mancante. “Volevo scoprire i segreti dell’evoluzione dalla società degli animali alla società degli uomini” spiega Pan Wemshi parlando del suo ultimo lavoro, un libro che sta per uscire nelle librerie cinesi sui presbiti dalla testa bianca. Perché è nella storia e, antropomorficamente parlando, nelle avventure di queste piccole scimmie, che forse si nasconde davvero il segreto dell’evoluzione: quantomeno della società. Pan Wenshi ha ottant’anni e non è uno scienziato qualsiasi. Qui viene un po' considerato il papà della zoologia cinese. E’lui che ha fondato ormai una quindicina di anni fa il Centro per la Natura e la Società dell’Università di Pechino. E le parole scelte per identificare l’area della biologia che più gli sta a cuore riflettono proprio il cuore della sua ricerca: natura e società. Il Dottor Pan è infatti un seguace di quella sociobiologia che Edward O. Wilson ha portato fuori dalle aule universitarie per trasformarla in fenomeno da bestseller (La conquista sociale della Terra. Raffaello Cortina). Ma se il grande scienziato americano si è occupato principalmente di formiche e altri minuscoli protagonisti della vita animale, il nostro Pan nella sua lunga carriera ha bazzicato ben più strutturate bestioline. Prima di dedicarsi ai suoi amati presbiti, ha focalizzato le sue ricerche sull’animale che è un vero e proprio simbolo della sua Cina: il panda. E proprio confrontandosi con questi “orso-gatto”. Che sarebbe la traduzione letterale del cinese xiongmao, ha dovuto fare i conti con il tragico concetto di estinzione. Ha scritto il New York Times che il lavoro di Pan “si è rivelato fondamentale nella conservazione dell’habitat del panda”. Se oggi l’animale che il Wwf aveva scelto ormai emblema della natura in pericolo è stato finalmente “espulso” dalla lista di quelli più a rischio, è un po' anche merito suo. (..). Per studiare il fenomeno più da vicino possibile, il professore e un paio di alunni fidati spendono i primi due anni praticamente rintanati in una baracca senza luce e acqua corrente ai piedi del monte Nongguan. Ma come spesso capita nelle scoperte più importanti del mondo l’illuminazione avviene per caso. La mela caduta sulla testa di Pan ha la forma appetitosa di un dolcetto che un giorno il prof regala a uno dei tanti poveri abitanti del villaggio che lo aiutano nei lavori quotidiani. Il dono è per i suoi piccoli. Ma quando il giorno dopo il buon Pan chiede al contadino se i bambini hanno gradito, si sente rispondere l’ultima cosa che si sarebbe aspettato da quel buon padre di famiglia: “L’ho mangiato io per strada. Avevo troppa fame”. Lo shock per quella confessione spinge il prof a visitare la famiglia dell’uomo. E solo a visitare la famiglia dell’uomo. E solo allora si accorge della pietosa condizione in cui la sua e le altre famiglie del villaggio tirano avanti: in otto intorno a un piatto di riso. Quella gente era così povera che non solo, in tutti quegli anni, si era cibata delle scimmie. Aveva contribuito alla loro decimazione in un modo più sottile: competendo per le stesse risorse naturali. Eliminando, per esempio, le piante dove prosperavano. Riducendo il territorio che le scimmie consideravano casa a una specie di cava artificiale. Un disastro di habitat. “E’ stato allora che ho capito che avremmo anche potuto studiare le nostre scimmie per 100 o 200 anni” dice Pan a China Daily “ma se non avessimo prima salvato la gente del villaggio l’intero habitat sarebbe andato distrutto”. E’ così che lo scienziato che voleva salvare le scimmie si è trasformato in un vera e propria macchina da beneficenza. Prima utilizzando i 15mila dollari di donazione ricevuti per le sue ricerche dalla Ford. POI costringendo il governo centrale a intervenire con una raccolta fondi che ha aiutato 1800 famiglie in 14 villaggi della zona. Conclusione: oggi il reddito pro capite nel villaggio è passato dai 400 yuan (poco più di 50 euro) del 1996 agli oltre 6mila registrati nel 2015. E il pianeta delle scimmie (salite a 500 esemplari), che sembrava lontanissimo, s’è rivelato per quello che era: la stessa Terra che ci ospita tutti.
Angelo Aquaro – Animali – Il Venerdì di La Repubblica – 25 marzo 2017 -

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