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mercoledì 24 dicembre 2014

Lo Sapevate Che: Tra corruzione e antipolitica non ci resta che sperare. Nelle nuove generazioni



E’ davvero curioso e un po’ deprimente il dibattito per stabilire se sia più eversiva la corruzione politica o la demagogia antipolitica. Come se non fossero le due facce di una stessa medaglia. L’una avanza grazie all’altra e la combinazione di entrambe porta alla rovina una nazione. E’ banale dire la migliore, la più efficace azione della politica contro l’antipolitica sarebbe una vera lotta alla corruzione. In Italia questo non è mai avvenuto: Dai tempi in cui Enrico Berlinguer denunciò per primo la gravità della questione morale è facile dimostrare come i vari governi, in particolare certo i berlusconiani (ma non solo), abbiano agito molto più per complicare il lavoro delle guardie, magistrati e polizia, che quello dei ladri, i corrotti. D’altro canto è altrettanto facile provare come l’antipolitica nelle sue varie e storiche manifestazioni, una volta diventata politica abbia finito per corrompersi rapidamente. Perché i sistemi sono più forti delle persone e perché entrambe, politica e antipolitica, condividono lo stesso humus sotto culturale e speculano sulla disuguaglianza. Se si vuole uscire dalla routine dell’attualità, l’ultimo scandalo, la porcheria intercettata ieri o oggi in un’inchiesta, per allargare un poco lo sguardo, le cause più profonde del fenomeno appaiono con chiarezza. a anni tutte le classifiche internazionali sulla corruzione, da parte di qualsiasi organismo, ci dicono le solite due cose. Che i Paesi meno corrotti, per esempio gli scandinavi, sono anche quelli con minori differenze sociali e più alto livello medio d’istruzione. Per contro tanto più crescono i dislivelli sociali e si abbassa il grado d’istruzione, tanto più si corrompe. L’Italia è, si dirà, un’eccezione peggiorativa alla regola – ormai viaggiamo sulla media sub sahariana – ma bisogna considerare il ruolo delle mafie, il costume storico delle classi dirigenti e il familismo amorale che governa l’intera società. La sostanza però non cambia di molto. Con Grecia e Bulgaria, l’Italia è il Paese con più disuguaglianze d’Europa, con minor cultura media e infine (dunque?) con maggior livello di furberie. Vent’anni fa Mani pulite si è esaurita quando i magistrati sono passati dalle indagini sui politici alle grandi inchieste sull’illegalità diffusa. Gherardo Colombo disse allora che per combattere alla radice la corruzione bisognava cominciare dalle scuole. A qualcosa sarà servito se oggi nei nomi delle inchieste ricorrono soprattutto nomi del passato, a volte fli stessi di venti o trent’anni fa. Nel disastro morale, almeno una nota politica c’è ed è che forse stanno avanzando generazioni d’italiani più onesti.
Curzio Maltese – Contromano – I Venerdì di Repubblica – 19 dicembre 2014

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