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martedì 16 dicembre 2014

Lo Sapevate Che: L'Aids è finito nell'oblio insieme alle sue vittime. Eppure uccide ancora



Bisogna essere onesti e ammettere che la cattiva informazione negli ultimi tempi ha fatto più danni di tante paventate “pandemie”. Ogni quattro, cinque anni i media lanciano allarmi che, per fortuna, non si concretizzano, ma intanto alimentano affari sporchi e giganteschi, economici e politici. In qualche caso ho scelto di fare la cavia volontaria. Ai tempi dell’allarme “mucca pazza” frequentavo magnifici ristoranti di carne semivuoti e con prezzi dimezzati, rassicurato da mici ricercatori: “E’ il periodo in cui si fanno più controlli, quindi si rischia di meno”. Ho poi comprato polli a prezzi ridicoli durante l’allarme aviaria. Cinque anni fa mi sono spostato sui salumi, disertati dopo il terribile monito governativo a guardarsi dall’influenza suina. Molti esperti pronosticavano milioni di morti in Europa. A conti fatti sono stati tremila, circa un dodicesimo di quanto provoca in media un’influenza stagionale. Nel frattempo le case farmaceutiche avevano piazzato milioni di vaccini. E’ di conseguenza con un certo scetticismo che considero gli apocalittici scenari di morte e distruzione dell’Occidente dipinti intorno alla minaccia dell’Ebola. Un virus tremendo, che però esiste da una quarantina d’anni e non ha mai varcato i confini di tre o quattro sfortunate nazioni africane, se non per casi sporadici, come ora. Perché dovremmo di colpo spendere miliardi per combatterlo? Non si tratta sempre di corruzione di giornalisti al soldo di Big Pharma, il cartello delle grandi case farmaceutiche e il secondo settore industriale del Pianeta, dopo le armi. Più spesso è l’ignoranza di noi giornalisti, la fretta o la voglia di scoop. Per la stessa ragione per cui l’allarme Ebola pare eccessivo, dovrebbe invece spaventare l’ormai generale sottovalutazione dell’Aids. Non c’è nulla da fare, ormai l’Aids è passato di moda. Non fa più notizia. Soprattutto da quando non si può più sostenere che si tratti di una punizione divina contro drogati e omosessuali. Però continua a uccidere e a far soffrire. In Italia i sieropositivi sono 100 mila e molti altri non sanno di esserlo. Ma di lanciare una campagna nazionale (magari migliore di quella catastrofica dei contorni viola) non se ne parla. Di diffondere i preservativi fra i ragazzi che continuano ad ammalarsi neppure, anche per via dei veti vaticani. Le Asl hanno sospeso i programmi di prevenzione e la metà dei diagnosticati di Aids, la fase più acuta, non  ha saputo fino a quel momento di essere sieropositiva e di avere forse infettato il partner. Ancora una volta da questa sottovalutazione, come dalle sopravvalutazioni di altre malattie, soltanto l’industria farmaceutica guadagna. E a rimetterci siamo tutti noi.
Curzio Maltese – Contromano – Il Venerdì di Repubblica – 12 dicembre 2014 -

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