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lunedì 29 dicembre 2014

Lo Sapevate che: "C'eravamo tanto amati". Poi lei si scopre lesbica e lui rischia l'omofobia



“Com’è alto il dolore, l’amore com’è bestia”. scriveva Caproni. Io, 35 anni, difficoltà con il lavoro e con le ambizioni, ateo. Lei bellissima, di intelligenza straordinaria, carattere difficile. Poi noi, dieci anni di relazione, di liti folli e di sesso meraviglioso, sempre a sperimentare le nostre fantasie, una casa, il cielo vicinissimo. Poi un suo corso all’estero, dopo nemmeno un mese un sms raggelante: “Forse sono lesbica”. Si era innamorata perdutamente di una ragazza appena conosciuta. Da un giorno all’altro aveva capito che gli uomini le fanno schifo. Ed è crollato tutto. Ora programmano il matrimonio. Ho pensato fosse stata plagiata, che vivesse un incantesimo. Ho avuto altre relazioni, tutte un fallimento, amo ancora lei con tutto me stesso. Non è facile farsi capire dagli amici: c’è chi scherza, chi rimane sconvolto, c’è chi dice: “Finalmente ha scoperto se stessa”. Queste frasi mi distruggono, non solo è finita con la donna della mia vita, ma questa relazione non è mai esistita. Dieci anni cancellati in una sola settimana, non perché si è innamorata di un’altra persona, ma perché ha scoperto cos’è l’amore. Non c’è stato tradimento: c’è stato lo scoprire se stessa. Sono passati due anni. Ho pensato di essere gay e di non essermene accorto. Ho provato ad essere gay, ma proprio non mi piace. La cosa peggiore è aver messo in crisi ciò che pensavo. Prima frequentavo il gay pride per solidarietà, adesso non so se potrei. Mi innervosisco quando i giornali danno spazio a dichiarazioni stupide tipo “ringrazio Dio perché sono nato gay”. Se dicesse ringrazio Dio per essere nato etero, probabilmente sarebbe costretto alle dimissioni e tacciato di omofobia. Forse lo sono diventato omofobo, sicuramente sono ferito, deluso, vorrei tanto che l’altro fosse un uomo per potermi incazzare e fare scenate di gelosia. Vorrei che tornasse da me, vorrei che dicesse, “sì, ero pazza”, oppure “sì, sono stata plagiata”. Mi faccio schifo a pensare queste cose.
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Il sesso è imprevedibile e misterioso e io ne so pochissimo. Ho chiesto lumi a un mio amico. Vittorio Lingiardi, psicanalista geniale, e lui mi ha spiegato che contrariamente a quanto si pensa, non siamo condannati a un solo sesso, non siamo al cento per cento una cosa o l’altra. Quindi a ragazza forse ha davvero amato profondamente lei per dieci anni, poi, lontano, ha scoperto un altro lato di sé stessa, un altro, non il solo, e si è innamorata di una nuova persona, poteva essere un uomo, invece è una donna. Non capisco perché lei, nel suo dolore, abbia provato ad avere rapporti gay, che non le sono neppure piaciuti. La sua ex ragazza non ha cercato un’esperienza saffica, si è innamorata, di una donna. Se fosse stato un uomo che differenza avrebbe fatto per lei? L’avrebbe persa comunque, e le sue scenate non sarebbero servite a niente. Come lei sa, il plagio non esiste, anche per la legge: certo l’amore può trascinare in luoghi della psiche sconosciuti, di cui però si è del tutto coscienti e responsabili. Lei può benissimo non frequentare più il gay pride, ma non c’è ragione perché diventi omofobo. Due anni sono tanti, e avrebbe potuto spenderli per accettare la scelta della sua innamorata cercando di conservarne l’amicizia.
Natalia Aspesi – Questioni di cuore – Il Venerdì di Repubblica – 19 dicembre 2014 -

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