“Com’è alto il dolore,
l’amore com’è bestia”. scriveva Caproni. Io, 35 anni, difficoltà con il lavoro
e con le ambizioni, ateo. Lei bellissima, di intelligenza straordinaria, carattere
difficile. Poi noi, dieci
anni di relazione, di liti folli e di sesso meraviglioso, sempre a sperimentare
le nostre fantasie, una casa, il cielo vicinissimo. Poi un suo corso
all’estero, dopo nemmeno un mese un sms raggelante: “Forse sono lesbica”. Si
era innamorata perdutamente di una ragazza appena conosciuta. Da un giorno
all’altro aveva capito che gli uomini le fanno schifo. Ed è crollato tutto. Ora
programmano il matrimonio. Ho pensato fosse stata plagiata, che vivesse un
incantesimo. Ho avuto altre relazioni, tutte un fallimento, amo ancora lei con
tutto me stesso. Non è facile farsi capire dagli amici: c’è chi scherza, chi
rimane sconvolto, c’è chi dice: “Finalmente ha scoperto se stessa”. Queste
frasi mi distruggono, non solo è finita con la donna della mia vita, ma questa
relazione non è mai esistita. Dieci anni cancellati in una sola settimana, non
perché si è innamorata di un’altra persona, ma perché ha scoperto cos’è
l’amore. Non c’è stato tradimento: c’è stato lo scoprire se stessa. Sono passati
due anni. Ho pensato di essere gay e di non essermene accorto. Ho provato ad
essere gay, ma proprio non mi piace. La cosa peggiore è aver messo in crisi ciò
che pensavo. Prima frequentavo il gay pride per solidarietà, adesso non so se
potrei. Mi innervosisco quando i giornali danno spazio a dichiarazioni stupide
tipo “ringrazio Dio perché sono nato gay”. Se dicesse ringrazio Dio per essere
nato etero, probabilmente sarebbe costretto alle dimissioni e tacciato di
omofobia. Forse lo sono diventato omofobo, sicuramente sono ferito, deluso,
vorrei tanto che l’altro fosse un uomo per potermi incazzare e fare scenate di
gelosia. Vorrei che tornasse da me, vorrei che dicesse, “sì, ero pazza”, oppure
“sì, sono stata plagiata”. Mi faccio schifo a pensare queste cose.
E-mail non pubblicabile
Il sesso è imprevedibile e misterioso e io ne so pochissimo.
Ho chiesto lumi a un mio amico. Vittorio Lingiardi, psicanalista geniale, e lui
mi ha spiegato che contrariamente a quanto si pensa, non siamo condannati a un
solo sesso, non siamo al cento per cento una cosa o l’altra. Quindi a ragazza
forse ha davvero amato profondamente lei per dieci anni, poi, lontano, ha
scoperto un altro lato di sé stessa, un altro, non il solo, e si è innamorata
di una nuova persona, poteva essere un uomo, invece è una donna. Non capisco
perché lei, nel suo dolore, abbia provato ad avere rapporti gay, che non le
sono neppure piaciuti. La sua ex ragazza non ha cercato un’esperienza saffica,
si è innamorata, di una donna. Se fosse stato un uomo che differenza avrebbe
fatto per lei? L’avrebbe persa comunque, e le sue scenate non sarebbero servite
a niente. Come lei sa, il plagio non esiste, anche per la legge: certo l’amore
può trascinare in luoghi della psiche sconosciuti, di cui però si è del tutto
coscienti e responsabili. Lei può benissimo non frequentare più il gay pride,
ma non c’è ragione perché diventi omofobo. Due anni sono tanti, e avrebbe
potuto spenderli per accettare la scelta della sua innamorata cercando di
conservarne l’amicizia.
Natalia Aspesi – Questioni di cuore – Il Venerdì di
Repubblica – 19 dicembre 2014 -
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