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sabato 13 dicembre 2014

Lo Sapevate che: Ma ora bisogna salvare Roma...



Salviamo Roma. Salviamola dai barbari che se ne sono impossessati e l’hanno spolpata. Come, tra arresti e perquisizioni sta confermando l’inchiesta condotta dalla procura di Roma. Alemanni e Lanzichenecchi è il titolo scelto per la copertina, evocativo dello storico”sacco di Roma”. Perché di un nuovo frenetico saccheggio sono vittime le persone oneste di ogni angolo d’Italia impaurite e annichilite da tanta protervia. Ai magistrati il compito di accertare le responsabilità penali di ciascuno, a partire da Gianni Alemanno, l’indagato eccellente di “Mafia Capitale”. Ma in attesa di processi, lunghi e accidentati, le indagini in corso ci raccontano di come l’ex sindaco, per un cinico calcolo politico, abbia spalancato le porte del Campidoglio a un’orda di famelici faccendieri, neofascisti, ex terroristi dei Nar, criminali comuni, colletti “neri” tutti legati da un vincolo affaristico-ideologico. Capaci di trovare complicità anche nell’incerto campo della sinistra romana, tra alcuni esponenti del Pd che avrebbero dovuto rappresentare il rinnovamento.
La Valenza Politica in questa brutta storia impone un intervento diretto del segretario del Partito democratico e del capo del governo. Matteo Renzi trovi, nella sua pur affollata agenda, uno spazio per occuparsene. Se un potere deviato pervade i gangli vitali della capitale, l’Italia intera deve sentirsi ferita. Lo avevamo purtroppo scritto nel numero precedente: di fronte all’evidenza dello sfascio romano non può restare indifferente lo stesso presidente del consiglio. Non è sopportabile una miopia nella lettura di quel che accade a Roma, con una mafia nera agguerrita, carica di soldi, con entrature spregiudicate. Fascio-ladroni. Perché l’assalto ai soldi pubblici muove di pari passo con lo scardinamento della convivenza civile, in una città sempre più lacerata dalle tensioni sociali, acuite dalla carenza e dallo spreco delle risorse destinate al “welfare comunale”. Hanno lucrato persino sui soldi destinati all’assistenza dei rom e degli immigrati. Alla sofferenza dei cittadini, condannati a vivere in una metropoli sciatta, sporca, con servizi inadeguati e in balia di se stessa, ha corrisposto un arricchimento illegale di un inquietante gruppo di potere. (…)
E Ancora Due Settimane fa il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti, in un’intervista al nostro giornale (n.47), ha ribadito una verità che dispiace a molti: “Tutte le organizzazioni mafiose sono radicate a Roma da almeno trent’anni. Non si tratta di infiltrazioni esterne: hanno fortissimi interessi e precisi personaggi di riferimento. Capi, complici, riciclatori”. Insomma, la trama del romanzo criminale capitolino è chiara agli occhi degli inquirenti. Ma ancora una volta non si può lasciare solo nelle mani della magistratura il compito di fare pulizia. La difesa della legalità non ha colori politici, è una precondizione della democrazia. Eccessivo il peso caricato sulle spalle del sindaco in carica, erede di un disastro che schiaccerebbe molti; Ignazio Marino ci ha messo del suo per raccogliere una veloce quanto diffusa impopolarità. Mentre pezzi di Pd lo hanno subito isolato (e forse l’inchiesta in corso ci farà capire quali interessi sono in gioco). Ma Marina con le sue forze ha dimostrato di non potercela fare. Renzi gli tenda la mano. Vada oltre il cerchio magico. Non è una questione tra Ignazio e Matteo. La questione di Roma è questione nazionale.
Twitter@VicinanzaL  -  Luigi Vicinanza – Editoriale – L’Espresso 11 dicembre 2014 -

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