Dalle cronache di questi giorni è venuto fuori, fra tanti
altri, un dato inquietante. Il rapporto tra il quotidiano romano “Il Tempo” e
la cosa Carminati. “Questo amico nostro”, così il boss Massimo Carminati e
Salvatore Buzzi definiscono il direttore Gian Marco Chiocci nelle loro
telefonate, considerandolo l’anello che permette al gruppo di avere un rapporto
diretto con i media. Non stupisca che siano scelti giornali locali per ottenere
vantaggi negli affari, l’importante è avere una sponda anche marginale su cui
poi far partire le loro campagne. Vale la pena descrivere quello che emerge
dalle informative dei Ros dei carabinieri nell’inchiesta “Mafia capitale”.
Ecco Cosa Accade quando il Consorzio di Cooperative
Sociali “Eriches 29” (di Salvatore Buzzi
e dei suoi sodali) si aggiudica la gara d’appalto europea bandita dalla
Prefettura di Roma per la gestione del Centro di accoglienza per rifugiati di
Castelnuovo di Porto, a pochi chilometri a nord di Roma, per 21 milioni di
euro. Una cifra piuttosto bassa, per cui la società francese Gepsa – gestore
precedente del centro e concorrente sconfitto – fa ricorso al Tar, che sospende
l’assegnazione. Il gruppo di Buzzi e Carminati voleva però sbloccare la
situazione e fare in modo che l’appalto gli fosse riaffidato. Il primo passo a
cui pensa il gruppo mafioso è una campagna mediatica. Buzzi – raccontano le
informative – chiede aiuto all’allora sindaco di Roma Gianni Alemanno, che
intercede per lui presso Gian Marco Chiocci. Il 7 marzo di quest’anno Buzzi e
Alemanno incontrano il direttore de “Il Tempo”, incontro che deve essere stato
molto utile perché al termine Salvatore Buzzi invia un sms alla moglie: “E’
andata benissimo mi ha accompagnato Alemanno e ha perorato la nostra causa al
direttore del Tempo che ha preso tutti i materiali che ho portato per
approfondire il tutto entro breve. Mitico”. Qualche giorno dopo, il 12 marzo
sul “Tempo” esce un articolo dal titolo “Centro rifugiati bloccato dai
francesi. Palla al Tar”. Come è scritto nell’informativa dei Rosera
“caratterizzato da un “approccio critico alle regioni che l’azienda francese
intendeva far valere in sede giudiziale; esso deplorava, tra l’altro, sia le
condizioni antieconomiche della sua offerta, sia i disservizi indirettamente
arrecati dal protrarsi del contenzioso”. Insomma, la società francese, con il
suo ricorso per sospette irregolarità, non faceva altro che bloccare il centro
rifugiati e creare un disservizio. A spiegare che l’articolo era uscito grazie
all’intercessione di Alemanno presso il direttore Chiocci è lo stesso Buzzi
negli sms inviati quella mattina, in particolare quello mandato a Massimiliano
Muccari: “Il grazie a Alemanno perché abbiamo chiesto a lui di farci uscire sul
Tempo in chiave nazionale anti francese”. E quello inviato allo stesso
Alemanno: “Buongiorno Gianni è uscito un ottimo articolo su il Tempo ringrazia
per noi il Direttore e ancora grazie per la tua disponibilità Un abbraccio
S.Buzzi”. Al quale Alemanno aveva risposto con “Un abbraccio. Gianni”. E Poi
L’Incontro tra Chiocci e Carminati avvenuto avvalendosi dell’avvocato Ippolita
Naso. I due non vogliono farsi sorprendere, quindi adottano accurate
precauzioni (l’avv. Naso rimase per buona parte dell’incontro tra Carminati e
Chiocci in attesa sulla soglia dell’ingresso, “nel presumibile intento”,
scrivono i carabinieri “di intercettare all’esterno dello studio ogni eventuale
avventore e precludergli la vista dei presenti”). Secondo i Ros non c’era
nessuna millantata intervista da fare piuttosto è presumibile che abbiano
parlato della stessa vicenda per cui anche Buzzi si era mosso nei giorni
precedenti. Poi “Il Tempo” tornerà sulla faccenda, per sostenere che il giudice
del Tar che ha sospeso l’assegnazione è in conflitto di interessi. E questi
articoli dovrebbero dar vita, secondo le insistenze di Buzzi, addirittura a una
interrogazione parlamentare del Pd (dell’onorevole Micaela Campana), che però
non sarà ami presentata. Clan, giornali compiacenti, politica: una
triangolazione che è sempre più un modello di azione per difendere gli affari,
e che nulla ha più a che fare con l’informazione.
Roberto Saviano – L’antitaliano – L’Espresso – 18 dicembre
2014 -
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