Una volta c’era il
territorio. Una volta c’era il lavoro. Una volta c’era la geografia. La realtà
non era forse bellissima ma almeno stanziale. A guardare bene fino in fondo i
veri Rom siamo noi. Vogliamo cacciare quelli originali, fermi e radicati nei campi che gli abbiamo preparato,
incuranti (loro) delle grida da Belluno,
dei rituali di Trapani e degli esorcismi di Asti. Siamo noi gli insopportabili
quando, invece di piangere a dirotto, sorridiamo con ironia e sufficienza su
questo paese dall’estero. L’identità è sempre meno legata ai luoghi e sempre
più dichiaratamente legata ai soldi. Per le radici ancora esiste qualche
pendolare che non se le porta subito dietro per svenderle al primo offerente.
Mosche bianche, forse anche rosse e verdi, ma questo si capirà soltanto quando
tornerà la luce.
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– Sottovuoto – Il Venerdì di Repubblica – 12 dicembre 2012
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