Etichette

martedì 16 dicembre 2014

Lo Sapevate Che: Babbo Natale Non Rompere e Lasciami Dormire...



Trai i dolci ricordi dell’infanzia, che le feste natalizie spietatamente riportano, puntuale mi ritorna  una Befana di molte ere geologiche or sono, quando genitori, nonni e zie gioiosi dovettero buttarmi giù dal letto per convincermi a correre e vedere quali doni l’anziana signora avesse depositato. “Lasciatemi dormire, risposi alle festose sollecitazioni dei parenti girandomi dall’altra parte, non per scetticismo vero la Befana, ma per appiccicosa, greve mancanza di sonno. Ne scaturì una vivace scenetta al termine della quale risultai essere, se non l’unico, certamente uno dei pochi bambini al mondo costretto a sberle ad andare ad aprire in lacrime le strenne. Il vago senso di colpa, che da allora si risveglia a ogni fine anno, si è andato attenuando nel corso del tempo e d è scomparso oggi, quando una ricerca dopo l’altra ha testimoniato che aveva ragione quel bambino: un’ora di sonno in più è un regalo più prezioso di qualsiasi dono Befane, Babbi Natali o Divini Fanciulli con propensione allo shopping possano portare. Fra le infinite afflizioni che la modernità, e dunque la rottura del rapporto circadiano naturale di luce e buio ci ha portato, la privazione del sonno, involontaria o resa necessaria dai ritmi di lavoro, è una delle più insidiose. Ed è una delle condizioni umane per le quali spendiamo più soldi come consumatori – 80 milioni di ricette scritte ogni anno soltanto negli Stati Uniti – e nelle quali le case farmaceutiche investono più fondi, alla ricerca della miracolosa “pillola del sonno” senza rischi ed effetti secondari. Il Franklyn Institute di Filadelfia, che da 190 anni si dedica, nel nome del celebre ometto con la pancia e il parafulmine, alla ricerca scientifica, si è divertito a raccogliere, insieme ai dati preoccupanti della mancanza di sonno sulla salute fisica di chi , ne soffre, testimonianze anedottiche di che cosa significhi non avere dormito abbastanza per rinfrescare e riattivare i neuroni. “Telefonai disperato a mia moglie chiedendole di aiutarmi a trovare il mio smartphone smarrito con tutti i miei dati più importanti. Lei cercò dappertutto seguendo le mie indicazioni, senza trovarlo, e poi mi chiese: da dove mi stai telefonando, amore? Naturalmente, la stavo chiamando dal mio smartphome”. “Dopo molti tentativi di mettermi le lenti a contatto, continuavo a vedere tutto malissimo, fino a quando mi accorsi che da mezz’ora stavo mettendo due lenti sopra lo stesso occhio”. “Ero in ritardo e corsi a scuola per andare a prendere i bambini ma quando arrivai non c’era più nessuno. Telefonai a casa con il cuore in gola e mi rispose calma mia figlia: mamma, oggi è domenica”. “per il primo appuntamento con il mio futuro fidanzato ero talmente agitata che non avevo chiuso occhio per tutta la notte precedente. Tutto doveva essere perfetto. Arrivai  ben truccata, pettinata e vestita nel mio bell’abitino nuovo molto sexy, soltanto per sentirmi chiedere da lui come mai avessi ai piedi una scarpa blu e una nera”. Se la ragazza con due scarpe diverse potrebbe consolarsi almeno per il fatto che il fidanzato aveva notato come era vestita, raro evento fra i maschi della nostra specie, i piccoli drammi quotidiani provocati dalla mancanza di sonno – le chiavi della macchina nel frigorifero, la borsetta nella dispensa, le due paia di occhiali infilati insieme e molti eccetera – l’effetto cumulativo della “dissonnia”, va ben oltre l’imbarazzo di chi esce di casa con le scarpe spaiate o con il cappotto sopra il pigiama. Senza arrivare alle tragedie della strada, prodotti di allucinazioni e di subitanei addormentamenti, il ventaglio delle conseguenze nefaste del non dormire sulla salute, sulla vita di coppia, sul rendimento nel lavoro è vastissimo. Per questo, quando si avvicinano le temute Feste, e renne, ambigui signori obesi vestiti di rosso, vecchiette con la scopa, santi e divini infanti cominciano  a svolazzare sulle nostre teste, il dono che sogno è lo stesso di quel lontanissimo bambino di sei anni, aggiornato all’età: regalatemi una cravatta in meno e un’ora di sonno in più.
Vittorio Zucconi – Donna di Repubblica – 13 dicembre 2014 -

Nessun commento:

Posta un commento