Trai i dolci ricordi dell’infanzia, che le feste natalizie
spietatamente riportano, puntuale mi ritorna
una Befana di molte ere geologiche or sono, quando genitori, nonni e zie
gioiosi dovettero buttarmi giù dal letto per convincermi a correre e vedere
quali doni l’anziana signora avesse depositato. “Lasciatemi dormire, risposi
alle festose sollecitazioni dei parenti girandomi dall’altra parte, non per
scetticismo vero la Befana, ma per appiccicosa, greve mancanza di sonno. Ne
scaturì una vivace scenetta al termine della quale risultai essere, se non
l’unico, certamente uno dei pochi bambini al mondo costretto a sberle ad andare
ad aprire in lacrime le strenne. Il vago senso di colpa, che da allora si
risveglia a ogni fine anno, si è andato attenuando nel corso del tempo e d è
scomparso oggi, quando una ricerca dopo l’altra ha testimoniato che aveva
ragione quel bambino: un’ora di sonno in più è un regalo più prezioso di
qualsiasi dono Befane, Babbi Natali o Divini Fanciulli con propensione allo
shopping possano portare. Fra le infinite afflizioni che la modernità, e dunque
la rottura del rapporto circadiano naturale di luce e buio ci ha portato, la
privazione del sonno, involontaria o resa necessaria dai ritmi di lavoro, è una
delle più insidiose. Ed è una delle condizioni umane per le quali spendiamo più
soldi come consumatori – 80 milioni di ricette scritte ogni anno soltanto negli
Stati Uniti – e nelle quali le case farmaceutiche investono più fondi, alla
ricerca della miracolosa “pillola del sonno” senza rischi ed effetti secondari.
Il Franklyn Institute di Filadelfia, che da 190 anni si dedica, nel nome del
celebre ometto con la pancia e il parafulmine, alla ricerca scientifica, si è
divertito a raccogliere, insieme ai dati preoccupanti della mancanza di sonno
sulla salute fisica di chi , ne soffre, testimonianze anedottiche di che cosa
significhi non avere dormito abbastanza per rinfrescare e riattivare i neuroni.
“Telefonai disperato a mia moglie chiedendole di aiutarmi a trovare il mio
smartphone smarrito con tutti i miei dati più importanti. Lei cercò dappertutto
seguendo le mie indicazioni, senza trovarlo, e poi mi chiese: da dove mi stai
telefonando, amore? Naturalmente, la stavo chiamando dal mio smartphome”. “Dopo
molti tentativi di mettermi le lenti a contatto, continuavo a vedere tutto
malissimo, fino a quando mi accorsi che da mezz’ora stavo mettendo due lenti
sopra lo stesso occhio”. “Ero in ritardo e corsi a scuola per andare a prendere
i bambini ma quando arrivai non c’era più nessuno. Telefonai a casa con il
cuore in gola e mi rispose calma mia figlia: mamma, oggi è domenica”. “per il
primo appuntamento con il mio futuro fidanzato ero talmente agitata che non
avevo chiuso occhio per tutta la notte precedente. Tutto doveva essere
perfetto. Arrivai ben truccata,
pettinata e vestita nel mio bell’abitino nuovo molto sexy, soltanto per
sentirmi chiedere da lui come mai avessi ai piedi una scarpa blu e una nera”.
Se la ragazza con due scarpe diverse potrebbe consolarsi almeno per il fatto
che il fidanzato aveva notato come era vestita, raro evento fra i maschi della
nostra specie, i piccoli drammi quotidiani provocati dalla mancanza di sonno –
le chiavi della macchina nel frigorifero, la borsetta nella dispensa, le due
paia di occhiali infilati insieme e molti eccetera – l’effetto cumulativo della
“dissonnia”, va ben oltre l’imbarazzo di chi esce di casa con le scarpe spaiate
o con il cappotto sopra il pigiama. Senza arrivare alle tragedie della strada,
prodotti di allucinazioni e di subitanei addormentamenti, il ventaglio delle
conseguenze nefaste del non dormire sulla salute, sulla vita di coppia, sul rendimento
nel lavoro è vastissimo. Per questo, quando si avvicinano le temute Feste, e
renne, ambigui signori obesi vestiti di rosso, vecchiette con la scopa, santi e
divini infanti cominciano a svolazzare
sulle nostre teste, il dono che sogno è lo stesso di quel lontanissimo bambino
di sei anni, aggiornato all’età: regalatemi una cravatta in meno e un’ora di sonno
in più.
Vittorio Zucconi – Donna di Repubblica – 13 dicembre 2014 -
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