Etichette

domenica 23 agosto 2015

Lo Sapevate Che: Perchè i giovani sono epicurei....



La Nostra Specie si distingue dagli altri viventi in molti modi e soprattutto perché concepisce tre diversi momenti della vita: il presente, il passato, il futuro. Noi abbiamo cioè il concetto del tempo che gli altri viventi non concepiscono. Il tempo è la principale categoria del nostro modo di essere: il calendario, l’orologio, la memoria, l’immaginazione e infine la nostra morte non sono che derivazioni concettuali del tempo ed anche la nostra ricerca della divinità lo è. Cerchiamo Dio come un’entità fuori dal tempo, sempre esistente e sempre esistita, eterno. In realtà Dio è la nostra vendetta contro il tempo: è lui che l’ha creato, è lui che lo determina e lo domina perché lo trascende. Il concetto di trascendenza è assolutamente umano e fa tutt’uno con Dio. Quante cose ha inventato l’uomo! E’ un capolavoro della natura che ha un solo obiettivo, un solo istinto da cui tutto nasce: esistenza, sopravvivere. E’ un istinto presente in tutti gli esseri viventi, dai vegetali agli animali, ma noi ne siamo consapevoli o almeno crediamo di esserlo. Alcuni confermano l’esistenza mutevole del tempo, altri l’hanno negata o l’hanno resa perfino reversibile nel senso che può procedere al futuro ma perfino all’indietro. L’ha fatto Einstein attraverso formule matematiche ed anche la meccanica quantistica. Tra i filosofi l’ha scritto a suo modo Epicuro e, altrettanto a suo modo, il Faust e Goethe: l’evocazione dell’attimo fuggente in un momento di felicità che s’identifica col presente e svanisce se scorre verso un incognito futuro o verso un passato che ispira la nostalgia di averlo vissuto ma non tornerà più. Epicuro E’ Diverso: esorta gli uomini a inchiodare il tempo sul presente e vivere quel presente nel modo più soddisfacente possibile saziando in quel momento tutti gli appetiti dei quali la sua natura gli chiese soddisfazione. E lui li soddisfa e continua a soddisfarli man mano che la natura, dopo esser stata saziata, glieli propone di nuovo. Insomma desideri ripetitivi che non hanno un futuro ma si inchiodano appuntoad un presente che tale rimane perché si ripropone. L’attimo fuggitivo non fugge più perché viene costantemente soddisfatto. Naturalmente Epicuro è ben consapevole che il presentimento della morte insidia la felice soddisfazione dei desideri, ma trova un modo alquanto sofisticato di sgominarlo quando la morte verrà a posare la sua mano sulle tue spalle tu sarai già fuori dalla percezione della vita e quindi non ti accorgerai di morire. Perciò la morte non ti riguarda. E’ vero che spesso la morte viene dopo un lungo periodo di sofferenze, ma la reazione del vivente e la sua sofferenza non riguardano la morte che semmai sarebbe attesa come fosse una liberazione: riguardano la battaglia contro la malattia che produce la sofferenza nel moribondo. Il suo impegno è teso a vincere quella battaglia, non a sconfiggere la morte. Difficile Dire se Epicuro interpreta adeguatamente la vita, la felicità, attraverso la limitazione del tempo al presente; questo è il suo tentativo . Per quanto mi riguarda è il suo tentativo. Per quanto mi riguarda constato tuttavia che la grande maggioranza della nostra specie privilegia, magari senza rendersene ben conto, il presente rispetto al futuro e al passato. I giovani specialmente. Senza saperlo sono epicurei ed è del tutto fisiologico: il loro passato è ancora molto breve, il loro futuro non programmabile perciò il loro tempo privilegia soprattutto il presente. Cercano esperienze e se sono soddisfacenti le ripetono. Da questo punto di vista Epicuro non è un filosofo da buttar via: interpreta soprattutto una fase della vita, a volte con risultati positivi per tutti.
Eugenio Scalfari – Il vetro soffiato www.lespresso.it – L’Espresso -20 agosto 2015 -

Nessun commento:

Posta un commento