Etichette

sabato 15 agosto 2015

Lo Sapevate Che: Ma c'è già stata la secessione del Sud...



Una Pizza a Napoli non si nega a nessuno. Men che mai al primo ministro giapponese. Invitato in Italia dal nostro Matteo Renzi durante la sua visita in Giappone. Non sappiamo se e quando Shinzo Abe verrà a gustare il più partenopeo e il più globalizzato tra i cibi contemporanei. Ma il premier, nell’attesa, ha mandato in onda un efficace spot promozionale a favore della decaduta capitale di un Sud abbandonato a se stesso. L’invito A Mangiarsi una bella pizza ha coinciso con la ritrovata attenzione sulle condizioni di arretratezza economica del mezzogiorno d’Italia.(..) Il segretario-premier – ha anticipato “il Mattino” di Napoli – avrebbe pronto un imponente piano di 22 miliardi da spender nei prossimi anni: fondi strutturali dell’Ue da ricontattare con Bruxelles e accordi diprogramma da rivitalizzare nelle singole regioni meridionali. “Sul sud basta piagnistei, rimbocchiamoci le maniche”, ha esortato Renzi, sempre nel corso del suo tour giapponese. Esattamente un anno fa, vigilia di Ferragosto, visitando per la prima volta in veste di capo del governo le principali città meridionali aveva espresso lo stesso concetto: “Dobbiamo uscire dalla cultura della rassegnazione”. La Preoccupazione manifestata verso il Mezzogiorno è sostenuta dagli impressionanti dati diffusi dalla Svimez, attualmente presieduta da Adriano Giannola, associazione che dal Dopoguerra si preoccupa di diagnosticare lo stato di salute di quel pezzo d’Italia: le sette regioni del regno borbonico cui va aggiunta la Sardegna. Quest’anno, molto più che in passato, i numeri hanno dato scandalo. L’occupazione è tornata ai livelli del 1977; le nascite addirittura sono regredite ai tempi precedenti l’Unità d’Italia (..). L’L’Italia Divisa In Due, nei fatti. Più che dell’ideologia secessionista, è il risultato di decenni di cattiva politica. Le classi dirigenti meridionali, così influenti nella Prima Repubblica, collassarono sotto il peso della conservazione di un potere opaco e discrezionale. Fu facile gioco per Berlusconi e il suo fedele alleato dell’epoca, Bossi, ribaltare l’asse verso Nord, centro dei loro interessi elettorali ed affaristici, agitando un federalismo straccione e dispendioso. In quegli stessi anni sindaci e presidenti di regione meridionali (salvo qualche rara eccezione) anziché contrastare questo processo di disgregazione della coesione nazionale, lo assecondarono in cambio di una baronia, di un califfato, di una satrapia.(..) Ricucire Le Due Italia è necessario ma difficile. Non sarà sufficiente rimboccarsi le maniche. Non è solo un problema di risorse, che pure negli anni sono state male utilizzate: 50 miliardi non spesi –ha raccontato “Repubblica” – e i restanti dissolti in un rivolo di 900 mila micro-progetti. Il tema dunque riguarda l’operatività strategica da adottare per questo lembo d’Italia così affascinante e struggente. Renzi, nel suo anno e messo di governo, non ha mai mostrato di avere una visione innovativa verso il Mezzogiorno e il suo grumo di problemi antichi. E’ stato il luogo dove ha raccolto consensi e, con le vittorie di De Luca in Campania e di Emiliano in Puglia, ha salvato un risultato che poteva costargli caro alle recenti regionali. Onestamente sarebbe stato anche difficile per l’ex sindaco di Firenze mostrare una originalità di pensiero, dopo anni e anni in cui l’elaborazione meridionalista è stata considerata come un fastidioso esercizio da intellettuali della Magna Grecia. Ora però il Sud è messo peggio della Grecia. E non basta una pizza (e un mandolino) per riportare il buon umore.
Luigi Vicinanza www.lespresso.it - @vicinanzal – L’Espresso – 13 agosto 2015

Nessun commento:

Posta un commento