L’Ex Assessore
Regionale alla
Salute, Lucia Borsellino si trasferirà a Roma e si occuperà di anticorruzione
all’Agenas, l’agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali. L’incarico
coincide con l’assegnazione da parte del prefetto di Palermo di una scorta,
decisa alla vigilia di Ferragosto. La figlia di Paolo Borsellino sarà protetta
da due agenti di polizia. Il 2 luglio Lucia aveva lasciato l’incarico di
assessore “per ragioni di ordine etico e morale e quindi personale, sempre più
inconciliabili con il nuovo mandato”, come ha scritto in una lettera passata
quasi inosservata, e che ha provocato “solo il silenzio sordo delle
istituzioni, soprattutto regionali”. A ricordarla e amplificarla è stato il
fratello, Manfredi, in occasione dell’anniversario della strage di via
D’Amelio, quando ne aveva parlato davanti al presidente della Repubblica
Mattarella. Che aveva abbracciato Manfredi. Lucia Borsellino è stata osteggiata
da alcune lobby della sanità che ha denunciato ai pm, in particolare da amici
del governatore Rosario Crocetta, come provano le intercettazioni agli atti
dell’inchiesta che coinvolge Matteo Tutino, medico personale di Crocetta,
finito agli arresti per truffa e peculato. La Borsellino ha anche denunciato
alla procura pesanti pressioni subite da direttori generali e politici vicini
al presidente Crocetta. La tutela è stata decisa dopo una generica indicazione
di una “fonte” riservata in Germania, che avrebbe spiegato attraverso
l’Interpol che la figlia di Paolo Borsellino è a rischio “per la sua attività”.
Intanto i difensori dei giornalisti Piero Messina e Maurizio Zoppi, indagati
per pubblicazione di notizie false in relazione alla frase attribuita a Matteo
Tutino “Lucia Borsellino deve saltare, come suo padre”, pubblicata da
“l’Espresso” e smentita dalla procura di Palermo, hanno chiesto un incidente
probatorio. Vogliono acquisire copia di tutte le intercettazioni, incluse
quelle ritenute inutilizzabili e non trascritte. Le registrazioni ricoprono un periodo
di circa un anno e mezzo. “Un ulteriore contributo che i miei assistiti
vogliono fornire per raggiungere l’accertamento della verità”, dice l’avvocato
Fabio Bognanni che assiste i giornalisti assieme al professor Carlo Federico
Grosso.
L.A. Inchiesta – L’Espresso – 27 agosto 2015 -
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