Etichette

venerdì 7 agosto 2015

Lo Sapevate Che: Non studiare nuoce alla salute. Come le sigarette...



Tutti sappiamo quanto sia dannoso fumare. Ma ora, cifre alla mano, uno studio dell’Università del Colorado, mostra che smettere di studiare è letale come le sigarette. E non solo perché un basso titolo di studio e il tabagismo sono spesso legati, ma anche perché l’educazione va più facilmente a braccetto con uno stile di vita corretto per quanto riguarda alimentazione ed esercizio fisico, con un lavoro meno usurante per il corpo, uno stipendio più alto e una psiche più equilibrata. Tutti fattori che allungano la vita. Trattandosi di statistiche,è facile farsi venire in mente esempi che smentiscono la regola. E c’è anche da dire che l’Italia, campione di longevità in Europa, è il fanalino di coda per numero di laureati (22,4 per cento su una media del38 per cento) e abbandoni scolastici (17 per cento contro la media europea dell’11,9 per cento). Ma da noi la dieta mediterranea spariglia le statistiche e rende impossibile il confronto, per esempio, con una realtà come quella statunitense. I ricercatori di Denver, comunque, sono risaliti fino al 1925 prendendo un campione di un milione di americani. E sono arrivati alla conclusione che, negli Stati Uniti, 110 mila persone morte nel 2010 avrebbero potuto vivere più a lungo se non avessero abbandonato anzitempo l’università, 145 mila se avessero completato la scuola secondaria fino alla maturità e addirittura 545 mila se avessero raggiunto uno dei massimi livelli di educazione nei Paesi anglosassoni – il baccalaureato. Questi numeri sono confrontabili con quelli dei fumatori che non sarebbero morti se non avessero mai acceso la prima sigaretta. “ Consideriamo sempre dieta, fumo e alcool come fattori di rischio. Ma un intervento della politica per favorire l’accesso all’educazione potrebbe migliorare significativamente la situazione” scrivono gli autori della ricerca, pubblicata da Plos One. L’ignoranza uccide soprattutto attraverso le malattie cardiovascolari, mentre i dati della mortalità per cancro sono distribuiti più uniformemente secondo i titoli di studio. E l’effetto benefico dei libri si fa sentire equamente fra donne e uomini, bianchi e afroamericani. I dati italiani sono in parte sovrapponibili a quelli americani per quanto riguarda istruzione e fumo. Nel 2013 nella fascia d’età tra 25 e 44 anni, informa l’Istat, ad avere il vizio della sigaretta erano il 16,1 per cento delle persone con un titolo di studio alto e il 24,5 per cento di quelle con un titolo di studio basso. La proporzione però si inverte fra i più anziani. Gli over 65 che hanno un diploma o laurea fumano in proporzione più che doppia rispetto a hi ha una semplice licenza media (12 contro 5,4 per cento). L’effetto benefico dei libri, confermano i ricercatori, si è fatto sentire soprattutto sull’aumento dell’aspettativa di vita degli ultimi decenni.
Elena Dusi – Scienze – Il Venerdì di Repubblica – 31 luglio 2015 -

Nessun commento:

Posta un commento