Ed Eccoci, Come Ogni
Anno, al
tradizionale appuntamento con la vendemmia e le previsioni enologiche, mai così
promettenti. Barolo Questo vino non smetterà mai di sbalordirci. Ormai ha assunto
una tale potenza aromatica, una personalità così vigorosa, un carattere così
prepotente che molti sommelier rifiutano di degustarlo senza l’assistenza di un
medico. Il lungo, elaborato protocollo (tre anni in barrique, tre anni nella
camera da letto di una vergine, un anno, un anno di master in un’università
estera) non ci consente di sapere in anticipo come sarà il Barolo del 2015; ma
i vigneto delle Langhe assicurano che le uve di Nebbiolo, grazie al caldo
cocente di luglio, già emanano un beneaugurante aroma di brasato. Sassicaia La
risposta dei vini toscani è all’altezza. Tappo della Gherardesca promette
un Sassicaia sensazionale, con un
bouquet di profumi talmente ricco (da quest’anno anche ascella di atleta e mina
di lapis sminuzzata) che i sommelier, per elencarli tutti, si alterneranno in
una lettura pubbica sulla piazza di Castagneto che durerà ventiquattro ore. Per
non trascurare nessuno degli aromi che un solo sorso di Sassicaia contiene, si
procederà in ordine alfabetico, dalla A di “Abba, disco degli” fino alla Z di “zucchero
rovesciato al tramonto su un tavolo di legno di ulivo”. Oltre a Sassicata e
Ornellata in produzione, da quest’anno, anche il Rotaia, da uve coltivate sulla
vecchia massicciata dismessa della ferrovia Firenze-Scandicci costruita da
Leopoldo di Toscana per raggiungere l’amante senza farsi notare. Ha un forte
aroma ferroso e un inconfondibile retrogusto di biglietto strappato.(..).Fraciacorta L’eccellenza
degli spumanti italiani è ormai fuori discussione. Sono state sorprese dalla
vgilanza diverse spie francesi, nascoste tra i tralci con vestiti mimetici, che
cercavano di carpire il segreto delle nostre bollicine. Ma non c’è segreto, non
c’è trucco: l’acino delle uve di Franciacorta è già naturalmente gassoso prima
ancora di essere raccolto. (..). Lagunello Si deve al nuovo sindaco di Venezia,
Brugnaro, il lancio di questo simpatico vinello da tavola, che si ottiene dalla
attenta scolatura dei fondi di bottiglia e dei bicchieri mezzo pieni delle
grandi navi da crociera che stazionano in Laguna. Raccolti da apposite barche
con grosse botti a bordo, e mescolati sapientemente dal dondolio delle onde, i
resti di centinaia di vini diversi, invece di essere sprecati, danno vita a un
prodotto molto gradevole, dal colore grigio-rosa e dal tipico retrogusto di rossetto
lasciato sul bicchiere dalle crocieriste.Fanghina
In concorrenza con la Falanghina ecco la Fanghina, che alcune famiglie
camorriste hanno messo sul mercato per rilanciare l’agricoltura nelle Terre dei
Fuochi. Vigne piantate sulle discariche abusive, per dimostrare che quel
terroir non solo non danneggia le piante, ma può dare al vino sapori insoliti,
molto raffinati, come olio esausto, acido per batteria, arsenico. Ancora ignoto
l’esito delle prime degustazioni perché il sommelier è morto già annusando il
vino. Pisellino Questo antichissimo vitigno abruzzese è stato riscoperto
recentemente dagli stessi produttori che hanno rilanciato il Pecorino e la
Passerina. E’ un bianco secco, piacevole, intenso, identico al Pecorino e alla
Passerina e molto simile al Pirulino e alla Patacchina, che verranno riscoperti
nel 2016 e nel 2017. Colpisce, di questi vini semplici e piacevoli, l’iter di
produzione ridotto all’osso: si coltiva l’uva, si vendemmia, si lascia
fermentare, si imbottiglia, si stappa e si beve, senza rompere troppo i
coglioni.
Michele Serra – Satira preventiva www.lespresso.it - L’Espresso – 27 agosto 2015 -
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