Altruismo Non siamo solo noi umani a metterci
nei panni di un compagno in difficoltà e aiutarlo: anche un ratto può
rinunciare al suo cibo preferito per soccorrerne un altro. E lo fa più spesso
se in passato ha vissuto anch’egli un guaio simile. L’altruismo in assenza di
una parentela o di un contraccambio immediato era ritenuto un’esclusiva umana.
Poi, negli ultimi anni, si è visto che ne sono capaci
varie scimmie, Ma quando si è scoperto
che anche un ratto si sforza di liberare un compagno intrappolato in una gabbia
amgusta, molti hanno pensato che lo facesse solo per desiderio di compagnia.
Non è così, afferma su “Animal Cognition” lo psicologo
giapponese Nobuya Sato,dalla Kwansei Gakuin University. Se un ratto è stressato
perché nella sua gabbia è costretto a nuotare nell’acqua, il compagno che è
fuori dal recinto prende in pochi giorni l’abitudine di liberarlo. E impara
ancor più in fretta se prima si è trovato egli stesso dall’altra parte. Ma non
si prende il disturbo se il compagno in gabbia è al sicuro sulla terraferma:non
lo fa per compagnia, quinfi, ma perché avverte il disagio dell’altro e vuole
aiutarlo. Se poi c’è anche una gabbia che contiene cioccolata, di cui i ratti
vanno ghiotti come noi,il 50-80 per cento delle volte il soccorritore si
preoccupa prima di liberare il compagno, e solo dopo va a mangiare.
Giovanni Sabato – Evoluzione- L’Espresso – 30 luglio 2015
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