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lunedì 17 agosto 2015

Lo Sapevate Che: Le donne devono per forza essere anche madri?...



Quando per puro caso, diventai giornalista, mi innamorai senza scampo del mestiere, non solo perché scoprivo in me passione he non avevo mai immaginato, ma perché mi salvava dal mio ovvio destino: un marito purchessia, allora bastava, e un po’ di piccini, ai quali, in generale, io ero allergica. Certo continuavo anche a innamorarmi di uomini bellocci a cui però chiedevo, appunto, solo amore e solo nei ritagli di tempo: perché la passione era fiondarmi nella casa di un sospetto efferato assassino e farmi raccontare da mamme e nonne la vita del (per loro) buonissimo e innocente ragazzo. Per dire come eravamo ai margini, io ero la sola donna in una redazione di più o meno trecento uomini e c’ero solo perché la sola giornalista femmina precedente (simbolo di democrazia) era stata l’unico giornalista a licenziarsi per solidarietà al direttore pure lui licenziato. Le donne lavoravano ma ai piani bassi, altro che tetto di cristallo, al massimo arrivavano al mezzanino. E se per caso sognavano una carrierina (non si osava guardare troppo in alto), bastava che firmassero una lettera con cui si licenziavano nel caso restassero incinta. Però se pur rare, anhe allora c’erano donne al top, direttrici di banca, amministratrici delegate di aziende di famiglia, docenti universitarie, addirittura primarie d’ospedale e persino magistrate. Donne che avevano fatto una carrierona: e mentre c’erano ragazze che per non rinunciare a un lavoro di dattilografa, per loro indispensabile alla sopravvivenza, rinunciavano al figlio per evitare il licenziamento, le donne di potere erano  anche mammissime. (..). Ma non si smette mai di trovare punti deboli nelle donne, partendo soprattutto dal fatto che donna è mamma, e che se non è mamma potrà forse governare l’universo, ma non sarà donna; in più in felicissima, dimezzata, sospetta, incapace di capire i bisogni della nazione e quindi di saper fare il suo mestiere: che sarebbe un mestiere da uomo che on figli o senza va benissimo lo stesso, nel suo caso non è quello che conta. Ancora oggi quindi ‘è quest’arma in mano a chi rimpiange la donna chiusa in casa a nutrire i figli anche ventenni e ad aspettare il ritorno del pater familias in guepiére rossa o più probabili  ciabatte. Se davvero vuoi fare carriera come un uomo, dovrai dedicarti solo al lavoro, sarai costretta a rinunciare alla tua missione e alla tua felicità, i figli, mentre lui potrà avere la casa piena di piccini amorosamente allevati dalla sua sposa, lasciando lui libero di pensare al mondo. Ma se sul serio una donna preferisse il lavoro e dei figli facesse anche a meno? Oppure: se non si sentisse per niente materna e non volesse far finta di esserlo evitare critiche e compatimenti. Se adorasse i figli di fratelli e sorelle e le bastassero. Se amasse uomini che non vorrebbe come padri dei suoi figli. Se non fosse fisicamente in grado di averli e non se la sentisse di affrontare cure incerte o eterologie varie. O credesse fermamente nel romanzo Ogni passione spenta di Vita Sackwille West e alla sua protagonista che a 80 anni, dopo aver dedicato la vita alla famiglia, si accorge che i suoi figli, ormai anziani, non le piacciono per niente. E’ vero, i sono sempre più donne che vogliono assolutamente essere madri e ricorrono alla fecondazione assistita: ma proprio per questo si accetti che tante cogliono (o devono) farne a meno.
Natalia Aspesi – Donna di Repubblica – 8 agosto 2015

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