Un Tempo, Quand’Ero poco più di un bambino, i romanzi mi
piacevano molto. Forse perché somigliano alle favole. In realtà sono favole con
pretese letterarie che non sempre le favole hanno. Di Dumas Ho Letto Tutti i romanzi che raccontano la storia
di Francia e sono state proprio quelle letture che mi hanno spinto col passar
degli anni ad approfondire quel tema sulla base di libri di ben altro spessore
storico. Ma senza di lui è improba che quell’approfondimento sarebbe avvenuto.
I titoli e i protagonisti dumasiani me li ricordo ancora anche se saranno più
di settan’anni che non li riprendo in mano: “La Regina Margot”, “La signora di
Monsoreau”, “I tre moschettieri”, “Vent’anni dopo”, “Il visconte di
Bragelonne”, “Giuseppe Balsamo”, “Angelo Pitou”, “La collana della Regina”. Ma
poi il registro cambiò e gli autori anche : Stendhal, Victor Hugo, Alessandro
Manzoni, e poi Cronin, Faulkner, Garcia Marquez, Dos Passos, Scott Fitzgerald,
Steinbeck, Saul Bellow, Philip Roth, Italo Calvino, Alberto Moravia, Vitaliano
Brancati, Emile Zola, Marcel Proust, Joyce, Kafka, Dickens, Umberto Eco, Arbasino,
Tolstoj, Dostoevskij, Turgenev, Cechov, D’Annunzio, Thomas Mann. Ho Allineato Fin Troppi nomi e altri ce ne sarebbero, ma era solo per dire che i
romanzi mi hanno tenuto molta compagnia anche se ormai da gran tempo e con
pohissime eccezioni non li leggo più. Anch’io ho scritto romanzi tra i molti
libri del mio lavoro di scrittore. Ne ho scritti due soltanto: “Il labirinto” e
“La ruga sulla fronte”. Il primo è di diciotto anni fa, il secondo di quindici.
Li ho riletti nei mesi scorsi e ho deciso di ripubblicare il “Labirinto”. Mi
sembra più che mai attuale perché tratta un tema che ha una radice mitologica,
oggi sempre più moderna. Il labirinto è la nostra vita, le nostre
contraddizioni, le nostre virtù e i nostri peccati, la società in cui viviamo e
la solitudine sulla quale è costruita la nostra personalità. E anche il
rapporto tra noi e Dio, la nostra fede oppure il nostro ateismo. Questo E’ Il Labirinto che ha come neessaria premessa la nostra mente riflessiva,
capace di guardare da fuori, il corpo cui appartiene, Il mito del labirinto
nacque tremila anni fa, insieme alla civiltà cretese e si basò su quattro
personaggi, naturalmente mitologici: Minosse, Pasifae, Arianna, Teseo. L’Uomo Costruisce Il Labirinto ma quasi mai riesce ad uscirne. In realtà non ci riesce
perché non può: la nostra vita è labirintica, quale che sia, il suo
svolgimento, ma sono molto pochi quelli di noi che ne sono consapevoli. Quei
pochi vedono il labirinto soprattutto negli altri ma non in se stessi. C‘è
materia per scrivere un romanzo? Moltissima e non sono erto io il solo ad
averlo fatto. Direi anzi che tutti i romanzi che sono stati scritti, altro non
raccontano che un labirinto. Questo è il tema perché questa è l’esistenza di
ciascuno di noi.
Eugenio Scalfari - Il vetro soffiato www.lespresso.it – L’Espresso – 6 agosto
2015 -
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