Venticinque anni fa veniva ucciso a Villa Literno Jerry
Masslo, un uomo sudafricano scappato dall’apartheid. L’anniversario è stato
sostanzialmente ignorato dalle istituzioni. Eppure quell’omicidio ha cambiato
il Paese, ha come d’improvviso acceso un’attenzione che sino ad allora era
stata inesistente nonostante ci fossero già più di un milione di immigrati in
Italia. Sarebbe stato necessario e giusto ricordare Masslo – uomo che sperava
di trovare una nuova vita in Italia e che viveva riempiendo cassette di
pomodori – potendo celebrare finalmente lo ius
soli. Il diritto dei nati in Italia ad essere italiani. E’Dai Nuovi Diritti che è possibile costruire una
nuova Italia, questo il governo lo sa? Si può temporeggiare ascoltando la
peggiore osservazione che dichiara “abbiamo ben altri problemi da risolvere
prima?. Falso. I diritti immettono nel circuito democratico energie nuove e
possibilità oggi sconosciute. Il popolo italiano è stato vessato da insulti,
luoghi comuni, pregiudizi e così ora è facilmente disposto ad accogliere
logiche razziste. Nel maggio del 2013 scrissi in questo spazio un appello per
lo ius soli, e da allora poco è
cambiato. Ancora silenzio. Oggi si continua a essere italiano se hai almeno un
genitore italiano. Se nasci da genitori stranieri, solo quando compi 18 anni
puoi chiedere la cittadinanza. Ma se la tua famiglia per un periodo non è stata
residente in Italia, perdi il diritto a chiederla. Quando la chiedi, i tempi
per ottenerla sono lunghissimi. L’Italia sta rinunciando a più di un milione di
giovani nati in Italia, che parlano italiano, che studiano nelle scuole e
università italiane che lavorano in Italia ma che non hanno la cittadinanza.
Vivono con il permesso di soggiorno e se non studiano e non lavorano diventano
clandestini. Sono talenti per il Paese, se perdiamo questi cittadini, perdiamo
un valore aggiunto morale ed economico. Per ricordare Jerry Masslo ha messo
mano ai dati di quegli anni. I morti furono molti, solo nella mia zona. Nel
dicembre dell’86, la camorra uccide a Castelvolturno Thomas Quaye e Gorge
Anang, i loro corpi vengono mostrati nel centro del paese a mo’ di esempio.
Nell’agosto dell’87, a Villa Literno, Fouad Khaimarouni, muratore marocchino,
viene lanciato nel vuoto dalla finestra di una palazzina in costruzione dove
aveva trovato riparo. Il 30 setembre 1988 il tanzaniano Juma Iddi Bayar viene
ucciso a Mondragone: viveva in una proprietà di uomini vicini al clan. Il 6
aprile 1989 Ben Alì Hassen, tunisino, ventisei anni, viene ammazzato a Casal di
Principe: è accusato dai clan di organizzare il reclutamento di immigrati. Il 3
giugno dell’89 a Cancello Arnone ammazzano il trentunenne Aberrhmann Meftah e
il 18 il marocchino Baid Bouchaid a Casapesenna, accusato dal pensionato che gli
spara di essere andato a vivere troppo vicino alla sua villa. E potrei
continuare l’elenco. La Presenza Migrante in Italia è stata pagata spesso con
il sangue e con un lavoro disumano e continuo. Il diritto allo ius soli è stato conquistato da queste
persone, dal lavoro e dalla resistenza. Questo governo deve concepire la
priorità dei nuovi diritti, come unica strada per costruire un nuovo Paese. Non
esiste altra scelta, Le celebrazioni, le dichiarazioni antirazziste, gli
infiniti dibattiti inizieranno ad esser considerati credibili e autorevoli solo
quando il primo passo dello ius soli
si realizzerà. Primo passo per iniziare ad immaginarsi una democrazia salvata
dagli immigrati. Nuove energie. Come recita una vecchia scritta apparsa su un
muro: “Immigrati vi prego, non lasciateci soli con gli italiani”.
Roberto Saviano – L’Espresso – 4 settembre 2014 -
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