Quella scossa ti salva
la vita
Un defibrillatore impiantato sotto la pelle, e senza fili:
può aiutare a prevenire la morte improvvisa, che colpisce circa 50 mila persone
ogni anno in Italia. “E’ un’importante possibilità di cura di aritmie che possono essere
mortali”, spiega Maria Grazia Bongiorni, direttore dell’a Cardiologia
dell’ospedale Cisanello di Pisa. I dispositivi vengono impiantati sotto la
pelle in prossimi dello sterno e non raggiungono le cavità del cuore passando
attraverso una vena, come accade con i classici defibrillatori. E hanno
dimostrato un’ efficacia paragonabile a quella dei sistemi classici. In
particolare, spiega la cardiologa: “Il “sotto pelle” è particolarmente adatto
ai giovani perché è meno invasivo; non solo, l’ipotesi è quella che si
deteriori molto meno col tempo e quindi sia meno esposto ai rischi di
malfunzionamento di un dispositivo tradizionale il cui “filo” è permanentemente
collocato all’interno del sistema vascolare”. Ma attenzione: non si tratta di
dispositivi terapeutici capaci di assicurare la classica attività di
regolazione dei battiti dei pacemaker, quindi non sono indicati per chi ha
bisogno di questo. Tuttavia possono rappresentare un’arma in più per tenere
sotto controllo il cuore dei giovani esposti a rischi precoce, è l’unico
trattamento efficace per ripristinare il normale ritmo del cuore. Fondamentale,
in ogni caso, è riconoscere precocemente con esami mirati chi ha bisogno di
utilizzare questo genere di dispositivi. Le statistiche internazionali
dimostrano infatti che anche nella fascia che va dai 25 ai 45 anni l’incidenza
di eventi di questo tipo tale incidenza sarebbe responsabile del 2-5 per cento
dei decessi.
Federico Mereta –Scienze&Tecnologia – L’Espresso – 18
settembre 2014 -
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