L’8 luglio 2014, l’ex-segretario generale delle Nazioni Unite
Kofi Annan ha pubblicato un articolo interessantissimo su Project Syndicate (http://www.project-syndicate.org/),
articolo tradotto e pubblicato in Italia sul sito www.aduc.it.
Articolo che consiglio a tutti di cercare e leggere. Lo consiglio a genitori, a
insegnanti, lo consiglio a medici. Lo consiglio a chiunque voglia capire quali
siano i danni che il proibizionismo in materia di droghe sta continuando a fare
in tutto il mondo. Lo consiglio ai politici, perché si rendano conto che le
obiezioni di coscienza personali, le opinioni del singolo, talvolta, scontano
una miopia o una mancanza di conoscenze specifiche che non consentono di
prendere le decisioni giuste al momento giusto. L’articolo di Kofi
Annan descrive in
maniera semplice ma dettagliata cosa accade quando un territorio inizia a
diventare luogo di transito per il traffico di droghe. Accade che l’economia
illegale diventi preponderante rispetto a quella legale, con effetti nefasti e
irreversibili sulla tenuta democratica di aree vastissime. Kofi Annan inizia
con un dato: se nel Regno Unito il mercato illegale di droga muove 7.600
milioni di dollari, immaginiamo quale possa essere l’impatto di un tale giro di
affari su economie di regioni come quelle dell’Africa Occidentale, economie
fragili e poco attrezzate. L’Africa Occidentale è di fatto un corridoio, un
luogo di transito per le sostanze stupefacenti dai luoghi di produzione,
America Latina e Asia, ai luoghi di consumo, Europa e Stati Uniti. Ma, come
insegna l’esperienza del Centroamerica, dove arrivano ingenti quantità di droga
tutto cambia. Gli affari connessi al traffico sono immensi e tali da destabilizzare
intere aree. Da luogo di transito si diventa produttori e consumatori, la
violenza diventa impossibile da tenere sotto controllo e le risorse vengono
unicamente orientate verso la microcriminalità, in una strenua volontà di
repressione, che non tiene conto dei grossi trafficanti, ma solo dei “pesci
piccoli” e che criminalizza anche i tossicodipendenti nei cui confronti vengono
applicate le stesse leggi che colpiscono i piccoli spacciatori, posto che
spesso si tratta delle stesse persone. L’affresco che Annan fa della situazione
in Africa Occidentale è tanto più interessante perché non si tratta di una mera
educazione di dati, ma delinea scenari e propone soluzioni. Lo scenario è
quello che noi in Italia conosciamo bene per averlo vissuto negli anni Ottanta.
Sappiamo cosa significhi non essere preparati all’emergenza droghe come consumo
e sappiamo cosa significhi in termini di perdite di vite di democrazia
affrontare l’emergenza droghe unicamente in maniera repressiva. Conosciamo
l’impatto nefasto sul nostro sistema carcerario, sulla Giustizia e sulle
famiglie. Sappiamo, e dovremmo quindi aver da tempo compreso, che la
repressione, la proibizione, non sono la strada giusta. Non lo sono mai state
in Italia, non lo sono state in America Latina e non lo saranno in Africa
Occidentale. Ma c’è una cosa che come italiano ferisce sapere che pochi Paesi
come il nostro avrebbero competenze e possibilità di attuare politiche
differenti. Potrebbe l’Italia essere all’avanguardia nella lotta alla
criminalità organizzata e al suo segmento più redditizio che è il traffico di
droghe in maniera costruttiva, comprendendo – con ritardo – che le politiche
repressive sono state esse stesse terreno fertile per la crescita esponenziale
degli affari dei cartelli criminali. E Allora La
Mia Esortazione: in
un Paese in cui manca la forza e le risorse per portare a compimento le tante
riforme strutturali necessarie e fondamentali, che almeno si inizi con le
altre. altrettanto fondamentali e strutturali che in più sarebbero praticamente
a costo zero. Che almeno questo Governo – come è accaduto per certi versi in
Spagna con Zapatero – si distingua per il riconoscimento di quei diritti civili
e di quelle legalizzazioni che renderebbero la vita degli Italiani migliore e
che avrebbero bel breve periodo ripercussioni positive anche sull’economia del
nostro Paese. Per completezza, vale la pena ricordare che ogni lunedì Roberto
Spagnoli su Radio Radicale nella sua “Nota antiproibizionista” affronta questi
temi. Ne consiglio l’ascolto perché per deliberare è necessario conoscere.
Roberto Saviano – L’antitaliano – L’Espresso – 25 settembre
2014 -
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