Tutti la chiamano energia pulita. Anche se, in realtà,
proviene da materie “sporche”, di scarto, come batteri e biomasse. Rispetta
l’ambiente, attinge da fonti completamente rinnovabili e garantisce le stesse
prestazioni di quella tradizionale. E’
una delle sfide scientifico tecnologiche dei prossimi anni: a provare a
vincerla è, tra gli altri, Jay Keasling, della University of California
Berkeley, cui è stato appena conferito l’Eni Awaed 2014 per le sue ricerche
sull’estrazione di carburanti da microorganismi viventi.
Professor Kealing, come
è possibile ottenere carburante da un essere vivente?
“Il segreto è nella cosiddetta bioingegnerizzazione. In altre
parole, l’estrazione di un frammento di Dna da un altro organismo e la sua
combinazione con il Dna di un altro batterio. Così facendo si cambiano le
reazioni chimiche che avvengono nella cellula: abbiamo mostrato che è possibile
ingegnerizzare un microbo in modo tale da fargli estrarre idrocarburi dagli
zuccheri. Abbiamo lavorato con il lievito e con l’Escherichia coli, uno dei
batteri che vivono nell’intestino umano. Tramite manipolazioni genetiche,
abbiamo prodotto carburante per motori a benzina, diesel e persino per
aeroplani. Un processo simile a quello che avviene durante la fermentazione
della birra. Ma, anziché alcool, il lievito produce carburante”.
Quali sono i vantaggi
dei carburanti ottenuti con questa tecnica?
“Zero emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera. Gli
zuccheri da cui ricaviamo il carburante sono prelevati dalle piante, che a loro
volta attingono anidride carbonica dall’aria. Bruciando i biocarburanti, il gas
torna nell’atmosfera e il ciclo si chiude. Le benzine a base di petrolio,
invece, estraggono anidride carbonica intrappolata nel suolo e la portano in
superficie, provocando un danno notevole all’ambiente.
Quali sono le
prestazioni dei biocarburanti rispetto a quelli ricavati dal petrolio?
“ Per ora sono praticamente uguali. Ma speriamo di
migliorarne l’efficienza. Abbiamo già sperimentato con successo i biocarburanti
in Brasile, per far circolare gli autobus, e su diversi aeroplani. Se le
istituzioni imbroccano la strada giusta, imponendo una tassa sulle emissioni,
contiamo di arrivare entro cinquant’anni a uno scenario in cui un terzo dei combustibili
non siano derivati dal petrolio”.
Sandro Iannaccone – Energia - Colloquio con Jay Keasling – L’Espresso –
4 settembre 2014 -
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