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venerdì 26 settembre 2014

Lo Sapevate Che: Se le guerre globali risvegliano Obama...



 Sembra quasi di ripercorrere la storia e la leggenda di Alessandro Magno che, partito dall’Epiro con un piccolo esercito e affascinato dal mito della guerra di Troia e dal mito di Achille, conquistò le terre che arrivano fino al Caspio e all’Indostan e alle sorgenti del Nilo a sud, alla foce del Tigri e dell’Eufrate e all’Egeo e al deserto libico. Nessun impero raggiunge quell’estensione, quella varietà di religioni, di linguaggi e in parte li superò ma fu Alessandro ad aprire la strada. L’ellenismo nasce con lui e costituisce una parte intangibile del cultura occidentale. In tempi moderni qualche cosa di simile fu l’impero inglese che cedette il posto durante la seconda guerra mondiale all’America e di questo oggi dobbiamo occuparci. Barach Obama ha cambiato la politica estera del suo Paese da qualche mese: è accaduto con la guerra dell’Ucraina e con le sanguinose imprese di guerra e di terrorismo del Califfato islamico. E’ strano che due eventi siano avvenuti quasi contemporaneamente, pur senza avere tra loro alcuna connessione. Se ad essi aggiungete anche il feroce scontro tra Hamas e Israele, l’emergere in Iran d’un interesse verso l’America e la posizione “double face” della Siria di Assad della Turchia di Erdofan, avrete un quadro completo dei rivolgimenti in corso nella metà del mondo che sta a sud-ovest del Caspio e ad ovest dell’India.


Gli Stati Uniti da diversi anni, che coincidono più o meno con il primo mandato presidenziale di Obama, avevano concentrato la loro attenzione sullo scacchiere del Pacifico. Il mondo ormai è multipolare, l’impero mondiale che gli americani pensavano d’aver realizzato dopo il dissolversi dell’Unione Sovietica, era durato pochi anni. Era nata come potenza mondiale la nuoca Cina e contemporaneamente l’India, l’Indonesia, il Brasile, il Sudafrica. Il Pacifico continuava ad essere una parte di mondo che richiedeva la presenza americana, ma gli sconvolgimenti in Mesopotamia, nell’area mediterranea e nell’Europa collocata tra l’Elba e il Don richiedono una nuova attenzione. Sicché, proprio verso la fine del suo ultimo mandato, Obama ha rilanciato la presenza americana nel nostro continente.(…). La Russia di Putin è già una grande potenza, ma non ha ancora raggiunto la forza politica e ideologica dell’Unione Sovietica staliniana. Quella ideologica è esclusa e lo stesso  Putin si guarderebbe bene dal riproporla. Ma quella politica ha un senso e una strategia che si fa sentire in particolare in Ucraina, nella Russia bianca, nei Paesi baltici, in Bulgaria. Gli altri Paesi che un tempo appartenevano all’Urss sono esclusi ma questi che abbiamo indicato in teoria sono aggregabili.(…). Il Caso Del Califfato islamico è diverso. Lì c’è la ricerca non solo di una dottrina islamica radicale fino all’orrore ma di un territorio, cioè di uno Stato. Teocratico naturalmente, ma che scelga fin dall’inizio e mai abbandoni il metodo della guerra e del terrorismo. Alle spalle di questo disegno c’è l’intenzione di ripetere l’antica ed eroica marcia che gli arabi intrapresero un secolo dopo la scomparsa di Maometto e che li condusse all’occupazione della costa mediterranea fino al Marocco e all’invasione della Spagna andalusa con la costituzione degli emirati di Siviglia, Cordova, Granada e Malaga. Qui Obama dovrà agire con la forza, qui purtroppo lo scontro armato è indispensabile e temo che non possa limitarsi ai droni e ai cacciabombardieri. Obama certamente ne è consapevole e invoca infatti l’intervento delle potenze regionali, dalla Turchia all’Iran, dai sauditi ai curdi. Sa bene che non è facile ottenerlo e che comunque ciascuna di queste potenze ha una serie di secondi fini tutt’altro che coincidenti gli uni con gli altri. E’ comunque un rischio da affrontare e che Obama ha pochi mesi per avviare su basi che consentano al suo successore di proseguire. La partita è molto difficile e l’obiettivo è quello di risvegliare un Islam moderato che difenda i propri valori tra i quali la pace, stando almeno alle pagine del Corano e dei suoi più autorevoli interpreti, è il principale. Papa Francesco vede anche lui l’Islam da questo punto di vista e la sua azione è sicuramente di notevole portata.
Eugenio Scalfari – Il Vetro Soffiato – L’Espresso – 18 settembre 2014 -

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