Firenze. I telefoni che squillano a tutte le ore, le caselle
di posta in arrivo che si riempiono. Non c’è agosto che tenga per chi vuole
fare un figlio e, da quando è uscita la delibera toscana che dà il via alla
fecondazione eterologa, i centri regionali sono stati presi d’assalto dalle
coppie. Anche se finora si è lavorato a scartamento ridotto. Almeno la metà
delle oltre mille richieste di informazioni su prezzo e tempi delle prime
visite sono arrivate da altre zone del Paese. Del resto nessun governatore ha
preso un provvedimento come quello di Enrico Rossi: dopo lo stop al decreto
preparato dal ministro Lorenzin, è rimasto l’unico ad aver legiferato sulla
base della sentenza della Corte Costituzionale che ha definitivamente mandato
in cantina la legge 40 e tutti i suoi divieti. Così solo in Toscana, per ora,
si può fare l’eterologa nei centri pubblici e in quelli convenzionati e la
regione sta diventando la nuova Spagna, dove per dieci anni – tanto è rimasta
in vigore la legge sulla fecondazione – si recavano la maggior parte di coloro
i quali cercavano un figlio grazie al patrimonio genetico di almeno una persona
esterna alla coppia. Nelle altre regioni si muovono solo i privati, alcuni con
grande veemenza anche attraverso pubblicità sui media. Nelle venti strutture
che si occupano di pma (procreazione medicalmente assistita) in Toscana, i
trattamenti inizieranno a giorni. Al momento vengono preparate le liste di
attesa e anche in pieno agosto si sono fatte visite e offerte consulenze. Molte
strutture stanno interpellando le coppie che in passato hanno tentato la
fecondazione omologa presso di loro senza successo: ora infatti avrebbero una
nuova chance. A queste si aggiungono di giorno in giorno altre coppie, che sono
state all’estero per la fecondazione eterologa senza risultati.
Rossi ha più volte ribadito che la Toscana “non vuole essere
come la Spagna ma come il resto d’Europa”, dove la tecnica che prevede
l’utilizzo di gameti maschili o ovociti di donatori è diffusa quasi ovunque. E
ha aggiunto che la delibera toscana è “cedevole”, cioè con meno vincoli,
rispetto alle leggi che verranno varate a Roma. Ma questo lo si capirà
prossimamente.
Michele Bocci – Il Venerdì di Repubblica – 29 agosto 2014 -
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