Genova. “Andate, la Messa è finita. Anzi no. Prima ascoltate
i nostri consigli. Non è la pubblicità, a fare ingresso nelle parrocchie, ma
gli uomini del Questore di Genova Vincezo Montemagno. Perché i volantini nelle
cassette con il decalogo per diffidare degli sconosciuti – stilati in decine di
migliaia di copie e meticolosamente distribuiti in tutti i quartieri – non
bastano proprio più: solo nel mese di agosto e solo a Genova-città, la Questura
è intervenuta in una settantina abbondante di truffe e quasi tutte ai danni
degli anziani. Tra le vittime più importanti, l’anziana mamma del sindaco Marco
Doria, 90 anni, perfettamente lucida e indipendente, ma non abbastanza da non
farsi ammaliare da due “impiegati dell’Enel con regolare lasciapassare”
(ovviamente falso). “Così” racconta il questore di Genova, Vincenzo Montemagno
“ci siamo chiesti quali erano i luoghi fisici nei quali fosse più facile
entrare in contatto con le potenziali vittime ed abbiamo stilato un lungo
elenco. Al primo posto assoluto: la Chiesa”. Il dialogo con i vertici della
Chiesa genovese – il Cardinale Angelo Bagnasco è uomo “di popolo”, essendo
cresciuto nei quartieri collinari, a forte tasso di immigrazione nel Dopoguerra
– è stato rapido e, come dicono in Questura, “immediatamente operativo”. “Tutte
le proposte che fanno del bene agli altri sono bene accette” confermano in
Arcivescovado “ e a maggior ragione apriamo volentieri le nostre porte a chi
tutela la parte più indifesa, gli anziani”. Così, la domenica, a Messa appena
finita, sul pulpito salirà l’agente di zona (in linguaggio questurino si chiama
“poliziotto di prossimità”) per raccontare ai molti vecchietti – in fondo
Genova è la città più anziana d’Europa – come difendersi dai raggiri, come non
aprire ai falsi dipendenti delle Municipalizzate, cosa rispondere ai finti
amici del nipote (“Ma come, signora, non si ricorda che sono venuto a
trovarla?”). Naturalmente non ci sono sole le parrocchie. “Andremo anche nei
circoli, nelle bocciofile, nei centri di aggregazione degli anziani” spiegano
in Questura, “perché ovviamente non tutti vanno a messa e invece i ladri e i
truffatori non fanno distinzione tra un credente e un giocatore di bocce”.
Cinzia Gubbini – Il Venerdì di Repubblica – 12 settembre 2014
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