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giovedì 18 settembre 2014

Lo Sapevate Che: Anna e le sue amiche: come restare serene e felici a dispetto di ogni difficoltà



Io e diverse mie amiche,tutte più o meno coetanee della signora Daria che lamenta di essere stata poco amata, ci siamo dette tutte la stessa cosa. A noi questa signora (..) più che una che dalla vita ha avuto poco, è parsa senza offesa, una che dalla vita ha avuto sin troppo. Ha avuto un padre che l’ha adorata, una vita buona e per sua stessa ammissione, dovrebbe essere grata alla sorte, non è neanche sola, ma cos’altro vuole questa signora? Io e tante mie amiche abbiamo avuto padri indifferenti se non ostili, vite dure se non durissime, con problemi economici, obblighi di assistenza ad anziani e disabili, lavori non certo gratificanti e faticosi, problemi di salute nostri e dei nostri cari, lutti vari ed ora ci ritroviamo sole e con risicate pensioni, ad affrontare la vecchiaia. Eppure le assicuro che nessuna di noi si sogna di lagnarsi come fa la sinora Daria. Perché abbiamo imparato: 1) che finché abbiamo un tetto sopra la testa, un piatto di minestra tutti i giorni e problemi di salute accettabili, possiamo solo ringraziare Dio. 2) che non bisogna mai pensare al passato, è un lusso che non ci possiamo permettere. 3)che abbiamo fatto e continuiamo a fare del bene a chi sta peggio di noi e la nostra ricompensa consiste nella gratitudine di chi ha bisogno più di noi. Forse se la signora Daria imparasse a decentrarsi un po’, sarebbe più felice.
Anna e le sue amiche – Venezia
Può darsi che uno l’infelicità la cerchi a tutti i costi, perché compiangersi dà un senso alla propria vita: si può aver avuto molto, ma manca sempre qualcosa, e c’è chi considera l’amore di un uomo la cosa più preziosa. Voi avete ragione a non capire come mai questa signora si lamenti avendo avuto e avendo in fondo una buona vita: resta solo il fatto che lei è infelice. Certo dal vostro punto di vista non dovrebbe, perché tutte voi, con la vostra vita difficile non lo siete. Forse è proprio questa vostra vita, che è quella di molte persone, ad avervi dato la forza di raggiungere una certa serenità. Forse alla signora Daria manca proprio questo, un gruppo di amiche con cui trovare quella solidarietà e consolazioni che vi consente di sentirvi protette, capaci di affrontare le avversità e di pensare che poteva andare anche peggio. Soprattutto è vero che la miglior cura contro un vivere vuoto, è uscire da se stessi, cominciare a pensare agli altri. In questi giorni ho visto un film bellissimo, Il giovane favoloso di Mario Martone che racconta la breve in felicissima vita di Giacomo Leopardi, quella vita che ha fatto di lui il grande poeta e il soave ribelle di quella grigia Italia (o meglio del Regno Pontificio) che tanto disprezzava. L’infelicità provocata dal suo corpo malato, dalla prigionia familiare, dalla mancanza di soldi e dal non riuscire a farsi amare da una donna, si è trasformata nella meraviglia delle sue Operette Morali, dello Zibaldone, dell’Infinito.
Natalia Aspesi – Questioni di Cuore – Il Venerdì di Repubblica – 12 settembre 2014

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