Qualche anno fa la Fda, l’Ente americano che si
occupa della regolamentazione dei farmaceutici, ha analizzato 372 studi clinici
che avevano confrontato gli effetti di farmaci antidepressivi con quelli del
placebo e dimostrato che aumentano in modo significativo il rischio di
comportamenti auto lesivi e di tentativi di suicidio nei giovani sotto i 25
anni. Sulla base di questi dati la Fda ha imposto alle farmaceutiche di
dichiarare questo rischio nel foglietto illustrativo. Un recente studio
coordinato da Matthew Miller dell’Università di Harvard, pubblicato sul “Jama”,
dimostra ora che, per i bambini e i giovani con meno di 25 anni, il rischio
raddoppia se la terapia con antidepressivi (citalopram, sertralina e fluoxetna,
che negli Usa sono i farmaci più prescritti di questa categoria) è ad alte
dosi. E’ importante notare che alla metà dei pazienti trattati ad alte dosi la
prescrizione era stata fatta da medici internisti o da medici di famiglia. Per
capire quanto alto sia il rischio dobbiamo tenere conto che la probabilità di
tentare e riuscire in un suicidio,dopo un comportamento auto lesivo, riguarda
circa 2 persone su 100 dopo un anno di terapia, e cresce di anno in anno. I
risultati della ricerca di Miller ha forti implicazioni per la pratica clinica.
Come scrivono Corrado Barbui e Scott Patten sulla rivista “Epidemiology and
Psychiatric Sciences”: l’efficacia dei farmaci antidepressivi nei giovani è
modesta e aumentare le dosi non la migliora. E’ necessario quindi prescriverli
con prudenza, non usare mai dose elevate e monitorare attentamente i pazienti
per molti mesi dopo l’inizio del trattamento, indipendentemente dal fatto che
abbiano presentato o meno in passato comportamenti autolesivi.
Centro Oms di Ricerca
sulla salute mentale, Università di Verona
Michele Tansella – L’Espresso – 4 settembre- 2014
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