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sabato 13 settembre 2014

Lo apevate Che: L'amore moderno instabile e narciso....



 Che cos’è l’amore? E’ un sentimento che ha le sue radici nell’attrazione per qualcuno, e nel piacere che si trae dalla sua vicinanza più o meno intima. (…). Ma in questi anni questa idea romantica dell’amore ha incominciato a sgretolarsi, e le generazioni si sono auto-educate all’idea che è molto più importante perseguire un sogno artistico, un obiettivo professionale, una solida situazione economica, avere cioè prestigio e successo. (..). L’amore sta scomparendo? Come emozione no, come sentimento si, fino a doversi rassegnare a pensare l’amore come intermezzo, parentesi, opportunità, e basta.
Ambra Baldoni – ambra.baldoni@gmail.com

In una società come la nostra che, lungi dall’essere “liquida”, come ripete fino alla noia Zygmunt Bauman, è in ogni suo aspetto rigorosamente recintata e cementata dalla razionalità tipica dell’età della tecnica, che a noi chiede solo efficienza, produttività, realizzazione degli obiettivi di cui ogni anno si alza l’asticella, l’amore è l’unico spazio in cui ciascuno può esprimere e stesso e la sua libertà al di fuori di ogni regola. (..). Oggi, che l’amore è diventato una libera scelta, su cui né la famiglia d’origine, né il Diritto, né lo Stato, né la Chiesa sono in grado di esercitare un vero potere, l’amore è diventato un assoluto, nell’accezione latina di solutus ab, sciolto da tutto, persino dal vincolo che in amore lega due persone che si sono innamorate. E questo per diverse ragioni che qui voglio elencare. La prima è che abbiamo confinato il sentimento nella passione che, come dice la parola stessa, ci vede “passivi” di fronte alla fascinazione dell’altro. Ma siccome la passione è instabile, o come dice Freud “è un delirio che ha l’unico pregio di essere breve”, la costruzione dell’amore è sempre minacciata dalla sua distruzione, l’esaltazione cede spesso e volentieri alla desolazione, la realizzazione di sé e la perdita di sé camminano affiancate. La seconda ragione è che vivendo noi ogni giorno, nella vita sociale e lavorativa, come una risposta agli altri, che ci compensano a partire dalle prestazioni che siamo in grado di offrire, ciascuno cerca nell’amore la propria autorealizzazione, la possibilità di entrare in contatto col proprio sé profondo, al di là del proprio ruolo sociale e lavorativo, dove l’identità profonda di ciascuno deve essere messa tra parentesi a favore della sua idoneità e funzionalità all’apparato di appartenenza. (…). Dove è evidente che individualismo, egoismo e narcisismo sono in agguato anche se ben nascosti e tacitati. La terza ragione è che, sempre per ragioni di autorealizzazione, in questa società, cementata e non liquida, abbiamo trovato nell’amore l’unico spazio per celebrare la nostra libertà, che però non è più intesa come libera scelta nella costruzione della propria esistenza, ma come revocabilità di tutte le scelte, per cui si cambiano i partner con la stessa facilità con cui si cambiano gli abiti, in omaggio all’amore inteso come passione, le cui caratteristiche, come abbiamo visto, sono l’instabilità e la mutevolezza. (…). Perché questo è l’amore: violazione della nostra integrità. E chi non capisce queste cose, non solo non conosce se stesso, ma nulla vuol sapere dell’altra parte di sé che solo l’altro è in grado di rivelarci.
umbertogalimberti@repubblica.it – Donna di Repubblica – 23 agosto 2014 -

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