Nel XIX secolo nelle città industriali del Nord Europa l’80
per cento dei bambini era affetto da rachitismo, il difettoso sviluppo delle
ossa causato dal deficit di vitamina D, provocato a sua volta dalla scarsa esposizione
alla luce solare. Secondo l’oftalmologo inglese Richard Hobday, il “rachitismo
moderno si chiama miopia, la difficoltà di mettere a fuoco oggetti lontani a
causa del bulbo oculare troppo allungato. Hobday nota che in alcune aree
dell’Asia è miope il 90 per cento degli universitari, mentre in Occidente siamo
sul 40: un +60 per cento dagli anni 70.Come per il rachitismo, la crescita
della miopia procede in parallelo con l’aumento del tempo che i bambini
trascorrono lontani dal sole, esposti a luce artificiale per studio e
divertimento. Una ricerca condotta in Cina ha mostrato che i bambini che dopo
la scuola fanno attività all’aperto presentano la metà dei casi di miopia di
quelli che restano al chiuso, mentre a Taiwan hanno quantificato che servono almeno
14 ore all’aperto a settimana per notare una riduzione sui casi di miopia. A
legare miopia a mancanza di luce solare è la dopamina: la luce intensa stimola
la produzione di questo neurotrasmettitore nell’occhio, che riequilibra la
crescita del bulbo oculare dei bambini, impedendone l’eccessivo allungamento.
Alex Saragosa – Il Venerdì di Repubblica – 19 aprile 2015
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