“L’Ingresso dei cinesi in Pirelli non avrà alcuna
ricaduta sull’italianità del marchio!, si legge in un rassicurante comunicato
stampa firmatp Malco Tlonchetti Plovela. Ma la Milano che conta è comunque
scossa: con la cessione dell’Inter all’indonesiano Tohir, dei grattacieli di
porta Volta ai sauditi e delle Olgettine a Putin, quasi tutti i simboli
dell’economia milanese sono passati in mano straniera. La Storia La
gloriosa casa di pneumatici è da più di un secolo uno dei baluardi
dell’industria lombarda. Fu il fondatore
Giovan Battista Pirelli, figlio di un umile panettiere di Varenna, a
rendere davvero milanese la mescola della gomma introducendo anche le uvette e
i canditi. Resosi conto che un uso commestibile del composto era impossibile,
Pirelli capì con straordinaria preveggenza, che prima o poi ai sarebbe trovata una destinazione utile per quelle
grosse ciambelle nere- Non sapeva che proprio in quegli anni il torinese
Giovanni Agnelli, su diretto incarico del re, stava avviando la produzione in
serie di grosse scatole di metallo con due posti davanti e due dietro.
L’incontro tra i due tycoon fu decisivo: Pirelli spiegò ad Agnelli che
applicando le ruote alle Fiat, era possibile farle muovere! Nasceva la motorizzazione
di massa.(..). L’Insuccesso
l’unica vera battuta di arresto di un’epopea industriale straordinaria fu
quando, per il banale errore di trascrizione di una segretaria, l’ordine di
produrre !un milione di treni di gomme” diventò “un milione di gomme da treno”.
Nonostante gli sforzi della famiglia Pirelli per convincere le Ferrovie dello
Stato a sostituire i binari con nastri d’asfalto, le gomme rimasero invendute. Il Futuro
Esclusa, per adesso, l’adozione del battistrada a ideogrammi, che metterebbe in
difficoltà i gommisti. Quasi certa, invece, la messa in produzione di gomme usa
e getta, a bassissimo costo, orribili da vedere, pericolosissime su ogni tipo
di strada, da vendere nei negozi cinesi di tutto il mondo. (..). I Grattacieli
Ben più incerto il destino dei nuovi grattacieli milanesi acquistati dagli
emiri. Smentita la voce che le migliaia di impiegate che ci lavorano debbano
indossare il velo: sarà l’intero grattacielo a essere velato, creando un
effetto “misterioso oriente” che darà un’ulteriore patina internazionale a
Expò. Quanto alle Olgettine, il passaggio da Berlusconi a Putin non sembra
avere minato prospettive e umore della premiata maison milanese. “Si tratta pur
sempre di avere a che fare con un tipo anziano, bassetto e pelato che si crede
uno strafigo, e farsi pagare regolare stipendio per farglielo credere”, dice
Chantal Caparuozzolo, ex sottosegretaria alla Ricerca scientifica e attuale
portavoce delle Olgettine. Saranno
ospitate in una isba alle porte della capitale russa e costituiranno anche
lontano da casa un vero e proprio presidio dello stile italiano nel mondo.
Stanno preparando per Putin un numero mai tentato prima: la spettacolare “posizione
matrioska”.
Michele Serra – Satira preventiva – www.lespresso.it – 2 aprile 2015
Nessun commento:
Posta un commento