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mercoledì 29 aprile 2015

Lo Sapevate Che: Sarà pure Buona Scuola ma boccia i meritevoli...



C’è Una Parabola che fa sempre vibrare l’ugola ai politici italiani, di destra e di sinistra, di centro e di lato: il merito. La declamano in tutte le interviste, la infilano nei programmi di governo, e su quella parola promettono d’edificare una società più giusta, più “meritocratica”. Dopo di che ci chinano sulle loro scrivanie, vergano leggi e decreti,e puntualmente il merito genera il trionfo del demerito. Un delitto, oltre che un inganno. Perché quella parola riassume la rivoluzione dei talenti iscritta nella Déclaration del 1789: “I cittadini sono ugualmente ammissibili a tutti gli incarichi e impieghi pubblici secondo le loro capacità, e senza altra distinzione che quella delle loro virtù e dei loro talenti”. E perché il merito risuona nell’articolo 97 della nostra Carta,dove si prescrive la regola aurea del concorso per accedere agli uffici dello Stato. Un antitodo contro i favoritismi, disse Terracini alla Costituente: vince il iù bravo, non l’amico dei padroni. Applicando peraltro una lezione che risale a Bentham, nonché al suo allievo John Stuart Mill: la procedura concorsuale assicura la scelta dei migliori, soddisfa il principio d’eguaglianza, garantisce l’imparzialità dell’amministrazione. Ma tra il dire e il fare c’è sempre di mezzo una leggina. O una leggiona, come quella sulla Buona Scuola battezzata dal governo. Promette l’assunzione di 100 mila precari, però lascia a piedi gli unici che uno straccio di concorso l’avevano davvero superato: 6.300 povericristi, gli idonei del concorso del 2012. Un concorso bandito 23 anni dopo quello precedente, e fra i più selettivi, dato che lo passò il 7% appena del 321 mila candidati. (..)….poichè il Consiglio di Stato (sentenza n.14 del 2011) ha sancito il buon diritto degli idonei a ricoprire il posto, sempre che l’amministrazione decida di allargare i ranghi. Ora lo fa con una maxisanatoria dei precari. Tuttavia pescando dalle graduatorie a esaurimento, dove sono iscritti laureati e diplomati,corsisti e abilitati, nonché un gran numero di persone respinte all’ultimo concorso, che la Consulta ha reso sempre più stringente (sentenza n.195 del 2010). (..). Per il principio dell’affidamento che ogni cittadino deve nutrire sugli impegni dello Stato: se una legge dice che la graduatoria durerà tre anni, un’altra legge non la può abrogare. O più semplicemente questa soluzione normativa è incostituzionale perché suona al contempo irrazionale, se non paradossale. La Buona Scuola stabilisce che in futuro l’assunzione dei docenti avverrà soltanto per concorso, e che le graduatorie dei concorsi durano tre anni; ma intanto contraddice il futuro disponendo sul passato. E se poi il governo deciderà con le maniere spicce, se le assunzioni interverranno per decreto, ne uscirà fuori una contraddizione al cubo. I decreti legge presuppongono un’urgenza, sarebbe come dire che è urgente violare la Costituzione. Eppure La Questione è ancora un’altra . Gli idonei sono più o meno 6 mila, i nuovi assunti saranno 100 mila: dunque una goccia nel mare, il 6% del totale. Possibile che sia impossibile trovare spazio anche per loro? Dev’esserci sotto una ragione misteriosa, magari un idoneo avrà mollato un calcio al presidente del Consiglio. Mettetelo in castigo, ma lasciate in pace tutti gli altri.
Legge e Libertà www.lespresso.itmichele.ainis@uniroma3.it – 23 aprile 2015

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