L’inchiesta su Grandi Opere e appalti truccati ha travolto
anche Lupi. Oltre ai soliti sciacalli. L’ex ministro all’inizio ha tentato di
resistere, ma poi (seppur non indagato) è stato costretto a dimettersi. E l’ha fatto,
come prevede la Costituzione, nella sede istituzionale preposta: il salotto di
Bruno Vespa. L’annuncio è arrivato il 19 marzo, dato in cui si festeggiavano
tutti i papà. Infatti, è proprio per via del figlio che i suoi avversari hanno
approfittato per fargli la festa. Giorno dopo giorno, si è scoperto che il
sistema Incalza era molto estesa, tanto che si era allargato anche agli appalti
della metro C di Roma. Quello che resta ancora da capire è come siano riusciti
a infiltrarsi nel settore dei trasporti capitolini, nonostante fosse già tutto
occupato dai parenti di Alemanno. Sarà un caso, ma negli stessi giorni di
questa triste vicenda, contro la corruzione Padoan e Cantone hanno stilato un
catalogo. Un altro? Ma non rubare non era già scritto nei 10 Comandamenti?
Dario Vergassola – Il Venerdì di Repubblica – 3 aprile 2015 -
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