Le bande militari dei terroristi dell’Isis non sono tanto
diverse da quelle degli Almohadi dell’XI secolo e degli Almohadi che imposero
la sharia in Spagna a fil di spada.(..). La storia dell’Islam radicale continua
ai giorni nostri con Bobo Haram, Al Nushra e il temibile Isis, i cui soldati
sono agitati da un evidente desiderio di convergenza e rassomiglianza con
l’odiato Occidente, di cui indirettamente o meno si nutrono. Oltre a operare
una strategia della paura rivolta all’Occidente i tagliagole dell’Isis sembrano
voler indicare ai loro fratelli musulmani una via da seguire. Per loro il
passato è contemporaneità, per esempio in relazione a un rinnovabile saccheggio
di Roma, già attuato dai Saraceni nell’846 d.C. Lo spazio è, invece, il Grande
Califfato, ossia uno Stato totalitario islamico, senza i freni dei diritti e
della libertà di culto, visti come blasfeme zavorre occidentali da abbattere.
L’errore frequente delle nostre analisi è forse ragionare con le categorie della
“differenza” fra occidente e Islam, mentre la radice dei conflitti è piuttosto
la “concorrenza”, che si concreta nel desiderio di imitare l’altro per
ottenerne lo stesso potere, tramite la violenza. Che ne pensa?
Giovanni Ansaldo giovansaldo@gmail.com
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