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mercoledì 15 aprile 2015

Lo Sapevate Che: Bergoglio come Piketty: la prossima guerra sarà tra ricchi e poveri...



Una delle ragioni per cui la Chiesa ha resistito duemila anni è la capacità di anticipare il corso della storia. Chi crede può chiamare questo Provvidenza, i non credenti lo ritengono uno straordinario intuito politico. In ogni caso, funziona fin dalle origini, quando i primi cristiani, unici nella loro epoca, intuirono la fragilità sulla quale poggiava la potenza di Roma. Nell’ultimo secolo la Chiesa cattolica come organizzazione e singoli papi hanno dato prova di geniale rapidità nel cogliere quello che hegelianamente si definisce spirito del tempo. Anche con una robusta dose di Realpolitik. La Chiesa ha riconosciuto in anticipo sulla società internazionale i regimi di Mussolini e Hitler, con i quali ha siglato i primi due concordati in senso politico opposto, ma nel caso della Chiesa è piuttosto ridicolo parlare di destra e di sinistra, il papato di Giovanni XXIII ha avviato con il Concilio la stagione delle grandi riforme degli anni Sessanta e Settanta. E’ stato senza dubbio un genio politico, il maggiore forse del suo tempo. Karol Wojtyla, che ha puntato il proprio pontificato sulla caduta dei regimi comunisti, una profezia all’epoca assai azzardata. Dopo la parentesi di un grande teologo, papa Ratzinger, che non ha affascinato per nulla un mondo ormai lontano dai dubbi della fede, è arrivato Francesco. L’entusiasmo che circonda questo Papa non ha nulla a che vedere con le sue posizioni teologiche, piuttosto irrilevanti, ma con la sua predicazione sociale. Il Papa dice, così sembra, cose “di sinistra”. Parla di povertà, disoccupazione, sfruttamento, guerra. Francesco, gesuita colto e intelligente, ha di sicuro letto gli studi di Thomas Piketty sulla trasformazione della società in oligarchia, dove l’uno per cento della popolazione, attraverso crisi periodiche e ormai strutturali, si arricchisce sistematicamente rispetto al restante 99 per cento. La paura di Francesco è che questa colossale ingiustizia possa sfociare in una catastrofica guerra globale, ed è la stessa opinione di molti altri circoli intellettuali laici, premi Nobel e associazioni pacifiste. Il Giubileo della Misericordia che il Papa ha appena convocato sarà dunque sui temi della povertà e della pace. E’ un modo per riprendere il filo interrotto dal Concilio II di papa Roncalli e il fatto che s’inauguri esattamente il giorno del cinquantenario della chiusura di quello non è naturalmente casuale. Se Francesco ha ragione, come l’ebbero molti suoi predecessori, siamo alla vigilia di una stagione di grandi mutamenti nella coscienza dei popoli.
Curzio Maltese – Contromano – 10 Aprile 2015

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