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domenica 5 aprile 2015

Lo Sapevate Che: La vita è un fatturato lo sanno anche i bambini che amano il pallone...



Quando guardo a come mio figlio di 13 anni e i suoi amici seguono il calcio, mi rendo conto di quanto è cambiato il mondo in pochi decenni. Per essere più precisi, capisco quanto il potere del denaro sia ormai diventato una dittatura che entra in ogni aspetto della vita, perfino in quel rifugio infantile che è la passione per il pallone. Quando avevo l’età di mio figlio Zeno, il calcio era per noi ancora una favola e un rito. Era giocare in un campetto di periferia, un pomeriggio di domenica allo stadio o più spesso incollati alla radio, era recitare come una poesia in endecasillabi le formazioni dall’1 all’11, una cabala magica dove a ogni numero corrispondevano un ruolo e una letteratura. Le piccole squadre di provincia a volte battevano le grandissime in Italia e in Europa; il Cagliari di Riva o la Fiorentina di Amarildo o la Lazio di Chinaglia potevano dominare fino allo scudetto. Da ragazzo mi entusiasmai per la parabola del Nottingham Forest, l’unica squadra della storia ad aver vinto più coppe dei campioni che campionati nazionali. Affidato a un allenatore fallito, ubriacone e tagagista, Brian Clough, il Nottingham in tre anni venne promosso dalla seconda alla prima divisione, vinse il titolo d’Inghilterra, poi la Coppa dei campioni due volte e la Supercoppa. La storia di Clough divenne un romanzo e un film, entrambi belli, Il maledetto United (The Dammed United). La possibilità di favole come queste del Nottingham o del Cagliari oggi è pari a zero. Mio figlio e i suoi amici, oltre a conoscere le formazioni, che ormai sono diventate bollettini di borsa con i numeri impazziti, sanno a memoria anche la classifica dei fatturati delle squadre italiane ed europee. Hanno ragione perché dai primi cinque o dieci fatturati si capisce chi vincerà campionati nazionali e coppe europee, le eccezioni sono ormai quasi impossibili. Le televisioni spalmano le partite da lunedì a domenica e organizzano Mondiali deliranti in dicembre nel Qatar, in omaggio ai fondi d’investimento immobiliari. Per la verità la legge aurea vale anche per gli altri sport, come il basket, dove Siena ha dominato dieci anni prima di fallire insieme al Monte Paschi di Siena. E vale per la politica, dove pure si vince con il fatturato, e per tutto il resto. I ragazzi imparano presto che si nasce con un debito da restituire per tutta la vita alle banche, facendone tanti altri per studiare, trovare lavoro, comprare casa, fare famiglia e crescere figli a loro volta indebitati. La vita stessa è un sogno che si soldi possono comprare e non possiamo più dimenticarlo neppure giocando agli eterni bambini con una sciarpa al collo in una curva di stadio.
Curzio Maltese – Contromano – Venerdì di Repubblica – 27 marzo 2015 -

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