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giovedì 2 aprile 2015

Lo Sapevate Che: Se Renzi si affranca dal partito dei giudici...



Giustizialista o Garantista? O, più perfidamente opportunista? Si alternano le interpretazioni sulla gestione di Matteo Renzi delle vicende giudiziarie in cui incappano personalità a lui vicine. Resta il dubbio di un doppiopesismo connaturato alla logica della convenienza del momento. In un paese esasperato dal continuo ripetersi di episodi di malaffare: expo, Mose, mafia capitale, grandi appalti, cricche vecchie e nuove. Un giustizialismo fondato sugli umori dell’opinione pubblica, ha sintetizzato Antonio Polito sul “Corriere della sera” all’indomani delle dimissioni di Maurizio Lupi dal governo. Va Preso dunque alla lettera ciò che il premier –segretario ha dichiarato  in un’intervista a “Repubblica”: “Ho sempre detto che non ci si dimette per un avviso di garanzia”. Per poi aggiungere: “Per me un cittadino è innocente finché la sentenza non passa in giudicato. E’ scritto nella Costituzione. Se si dice che è la più bella del mondo, poi bisogna almeno leggerla”. (..).Troppo A Lungo l’anomalia berlusconiana ha impantanato la discussione in un’estenuante contrapposizione tra garantisti pelosi e manettari scatenati. Senza tuttavia contrastare le ruberie dilagnti né correggere le disfunzioni, pure evidenti, degli apparati di giustizia. Berlusconi ha agito spudoratamente per difendere se stesso e la sua “roba”; mentre pezzi di sinistra hanno trafficato in affari privati. Certo, le responsabilità non sono paragonabili, ma il mix resta perverso, Anche questa confusione di ruoli e di colpe ha favorito l’ascesa dell’ex sindaco di Firenze, caterpillar della rottamazione. Ora, Dopo un anno di governo, in prossimità di delicate elezioni regionali, Renzi manifesta la sua linea di condotta nel rapporto tormentato tra politica e giustizia. Sbaglia chi crede che sia una posizione dettata solo dalla contingenza del caso Lupi. Il renzismo infatti, a dispetto dell’informalità apparente con cui il leader si presenta in pubblico, è un’idea della politica ben strutturata. Per questo Renzi non ha timore di prendere le distanze da chi ha sempre interpretato gli atti delle procure come una manifestazione dell’agire politico sotto altre forme. A rischio di apparire ancor più impopolare a una parte dell’apparato del suo stesso partito, si smarca e afferma l’autonomia della politica – la sua politica – dalla giustizia. La politica non intervenga nel condizionare i giudici – ripete – ma al tempo stesso non si può lasciare in mano ai giudici il destino delle decisioni squisitamente politiche. Programma ambizioso. (..). Insomma il premier-segretario teorizza il criterio del caso per caso. A rischio di apparire arbitrario nelle decisioni. Che andranno motivate in maniera trasparente. Ogni volta. Insomma avrà la forza di buttar fuori dai posti che contano, prima del tintinnar di manette, coloro i quali si dimostrano inadeguati o peggio collusi?  (..). “La corruzione spuzza” ha detto con efficacia lessicale Papa Francesco a Scampia, Napoli. Già, il fetore del malaffare non conosce confini.
Luigi Vicinanza – Editoriale www.lespresso.it  - @vicinanzal  - 2 aprile 2015

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