Caro Serra, i miei
figli stanno scivolando verso l’estremismo di destra. Cerco di farli
riflettere, ma con scarsi risultati. Ultimamente mio figlio ha subito il furto
del motorino, poi ritrovato danneggiato. Mia figlia ha osato parcheggiare
troppo in prossimità di una entrata abusiva di un campo nomadi, zona Colombo/Eur
(Roma), non in una periferia degradata, e la vecchia utilitaria è stata
vandalizzata. Ha sporto denuncia contro ignoti ma le forze dell’ordine la
sconsigliavano vista l’inutilità statistica. Mio figlio è stato multato mentre
consegnava le pizze per una piccola scorrettezza, e mi sta bene, ma certo osserva
sconfortato la disparità di trattamento. Questi fatti innescano accese
discussioni e le loro parole sono spaventose, irrepetibili. Notano che le forze
preposte al controllo del territorio non vanno dove l’illegalità è diffusa e
palese. Intervenire in certe aree è più impegnativo e rischioso, più facile
fermare un diciottenne italiano. Aggiungete gli slogan xenofobi in salsa
salviniana e il giovo è fatto. Io mi sforzo di ricordare che i reati sono
individuali, che non esiste razza ladrona. Che non esistono discriminazioni,
che davanti alla legge siamo tutti uguali. Ma quando alle belle parole non
seguono i fatti tutto appare illusorio per non dire falso.
Marco Bernardi (vipasyana@tin.it)
Caro Bernardi, è una vecchia questione: la legalità è di
destra o di sinistra? Qui da noi, per una lunga serie di errori e di equivoci,
si è quasi cristallizzata l’idea che la sinistra sia lasca, concessiva e
(aggettivo che odio) buonista; e alla destra spetti il compito, anche con
metodi spicci, di rimettere e le cose a posto. Avrei più di una obiezione da
muovere al fatto che la destra italiana sia legalitaria. Basti pensare al suo
ex capo Berlusconi. Ma non ho dubbi sul fatto che la sinistra sbagli gravemente
a non valutare che la difesa delle regole è fondamentale anche nelle strade,
nelle periferie, ovunque la gente è più indifesa, più esposta e più debole
(anche culturalmente). I pogrom, le cacce alle streghe, la giustizia fai –da-te,
le squadracce prosperano là dove la legalità vera, quella uguale per tutti,
scompare. Quando cittadini esasperati dai furti e dalla violenza di strada
manifestano e chiedono sicurezza, non li si deve bollare come un branco di
fascisti. Sono persone che denunciano l’abbandono dei loro quartieri. Entrare
in quel disagio, capirlo, cercare di orientarlo verso il diritto e non verso la
rappresaglia, verso la legge e non verso la vendetta, è la cosa più “di
sinistra” che si possa fare oggi in Italia. In Francia la legalità è
repubblicana, punto e basta. Qui da noi bisognerebbe cercare di crescere di
qualche spanna quanto alla concezione del diritto. Servono risorse. Serve
elevare, e di parecchio, preparazione e cultura delle forze dell’ordine. Nel
frattempo lei continui, faticosamente, a discutere con i suoi figli. Bisogna
avere fiducia nelle persone. Una fiducia strenua, oserei dire perfino contro l’evidenza.
(..).
Michele Serra – Per Posta – Il Venerdì di Repubblica – 27
Marzo 2015 -
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