Superata anche quest’anno da settimane, senza che sia
cambiato nulla, la Giornata della donna (se c’è bisogno di una giornata
speciale, del resto, è sempre brutto segno) resta, per la confusa porzione maschile
dell’umanità il mistero della comunicazione femminile. Cosa davvero intendono
dire le donne, maestre del linguaggio ellittico, crittografato, allusivo? Cosa
capiamo noi maschi, quando ci parlano e, occasionalmente, le ascoltiamo?
L’Università della Pennsylvania, una di quelle col pedigree della Ivy
League,(..), ha tentato di costruire un dizionario semiserio per la traduzione
dal “femminese” attraverso interviste, focus group, ricerche. Ecco dunque
alcuni esempi della differenza fra “lei dice”e “lei intende davvero”.
“Abbiamo bisogno di…”(traduzione: voglio). – “Fai come vuoi”
(la pagherai più tardi). – “Dobbiamo parlare” (mi devo lamentare). – “Non sono
arrabbiata” (certo che lo sono, scemo). – “Sei molto virile” (puzzi di sudore e
sei troppo peloso). – “ Come sei premuroso stasera” (sempre al sesso, pensi). –
“Un minuto e sono pronta” (tanto so che mi aspetti). – “Dobbiamo comunicare”
(ed essere d’accordo con me). – “Non sto gridando” (g rido solo perché è una
cosa importante). – “No”(no). – “Sì” (sì). – “Forse”(no). – “Sii romantico,
spegni la luce” (ho una cellulite orrenda). – “Ho bisogno del mio spazio”(senza
te in quello spazio). “Pizza va benone” (accattone col braccino corto che sei).
“Esco con le mie amiche” (e passeremo la serata a ridere di te e dei tuoi amici
maschi) – “Non voglio un ragazzo in
questo momento” (non voglio te, come ragazzo). – “Ti sembro ingrassata?” (dimmi
che sono bellissima) – “Ma no, non ho niente” (a parte te, che sei uno str…).
“Non ne voglio parlare” (non ho ancora tutte le prove contro di te). “Non mi
ascolti mai” (non mi ascolti mai). “Questo vestito mi ingrassa?” (è un po’ che
non litighiamo e ne ho voglia). – E infine l’immortale e universale: “Non
comunichiamo abbastanza” (devi sempre darmi ragione). (..). E’ invece un fatto
dimostrato che per infinite ragioni, di natura come di cultura, sono le donne,
e non gli uomini, ad avere messo a punto come forma di difesa dalla prepotenza
altrui formule linguistiche complesse e ambigue , per dire senza dire,
segnalare senza manifestare. E senza sollevare la collera, spesso tragicamente
violenta, dell’interlocutore che tende a reagire in modo brutale a una
comunicazione troppo diretta. I maschi mentono spudoratamente. Il “Ti giuro,
amore…”(segue balla), corrispettivo di coppia della formula
politico-giornalistica “La verità è che….”, premessa e promessa sicura del
contrario. “Da domani ti aiuto in casa…”, “Raccontami tutto della tua
giornata…”, “Esco, con gli amici solo perché dobbiamo tirare su il morale a…”,
“Preferirei restare a casa con te a guardare una soap”. e sono pateticamente
trasparenti nella loro bugia. (..). Provate ad applicare il dizionario con
l’uomo o la donna della vostra vita e a misurarlo con la vostra esperienza. E’
quello che farò con mia moglie, magari per aggiungere un’altra voce alla lista
della Pennsylvania University: “Ti è piaciuta questa puntata della rubrica,
cara?” – “molto carina” (traduzione: le solite cavolate di voi maschi che non
capite un…)
Vittorio Zucconi – Donna di Repubblica – 4 Aprile 2015 -
Nessun commento:
Posta un commento