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sabato 4 aprile 2015

Lo Sapevate Che: La politica italiana ha un disturbo bipolare...



Il Bipolarismo è il sogno infranto della Seconda Repubblica. Nella Terza, rischia di diventare un incubo.  Eppure i sistemi bipolari custodiscono molteplici virtù. Perché rafforzano il potere decisionale del governo. Favoriscono l’alternanza. Comprimono la spesa pubblica, insieme alla pressione fiscale. E soprattutto restituiscono lo scettro ai cittadini, permettendo l’investitura popolare dei governi. E alle nostre latitudini? Nel 1994 il bipolarismo nasce zoppo. Sia per la presenza di terze forze (il Patto per l’Italia, che si presenta come un polo di centro). Sia perché Berlusconi costruisce due alleanze distinte: il Polo della Libertà (con la Lega) al nord, il Polo del Buon Governo al sud. Ma la creatura – diventando adulta – peggiora il suo difetto fisico, anziché attenuarlo. Diventa un bipolarismo muscolare. Prima conflitti nelle coalizioni, poi conflitti nei partiti, sicchè al nemico esterno s’aggiunge il nemico interno (l’area Fitto in Forza Italia o la minoranza del Pd). E dalle forze politiche la contrapposizione s’allarga alle stesse istituzioni: guerre fra potere esecutivo e giudiziario, guerre fra lo Stato e le Regioni, che procurano un gran daffare alla Consulta.(..). Morale della favola: stavamo meglio quanto stavamo peggio. E il bipolarismo funzionava quando non c’era ancora. Infatti dal 1946 al 1964 abbiamo registrato un bipolarismo tra Centro e Sinistra. Dal 1964 in poi l’ingresso del Psi al governo introdusse un bipolarismo tra Centro-Sinistra e Sinistra. Quindi con il proporzionale il sistema politico s’atteggiava in modo bipolare, con il maggioritario è diventato multipolare. (..). Da Qui Tre Conclusioni. Primo: può ben darsi un sistema bipolare pur in presenza di una legge elettorale proporzionale. Secondo: non è la legge elettorale che determina il sistema politico, bensì l’opposto. Terzo: noi italiani tendiamo a sopravvalutare le risorse dell’ingegneria istituzionale. Ma i congegni elettorali non possono plasmare la storia delle nazioni, la loro cultura. E la nostra storia è questa: possiamo accomodarci su un monopartitismo ( ci è accaduto nel ventennio fascista), non accetteremo mai un sistema bipartitico. E un sistema davvero bipolare? Dipenderà dalla riforma costituzionale, più che da quella elettorale. Fin qui abbiamo praticato un bipolarismo imperfetto con un bicameralismo perfetto. Ecco perché dobbiamo sbarazzarcene, se desideriamo un bipolarismo stabile. (..). Tuttavia, se il bipolarismo è figlio legittimo della Costituzione più che della legge elettorale, c’è da aggiungere che quest’ultima è pur sempre in grado d’uccidere il bambino in culla. E l’Italicum? Quali effetti ne derivano sulle sorti del nostro bipolarismo claudicante? Il rischio è che alla fine della giostra sopravvivano un polo e una poltiglia. Perché la nuova legge premia la maggioranza, ma non incentiva la formazione d’una minoranza forte, né tantomeno coesa. Anzi: con una soglia di sbarramento al 3% la disincentiva. Sicchè l’Italicum alleva un sistema monopolare, se non mono-partitico. Magari potremmo uscirne fuori confezionando un premio di minoranza (per il partito sconfitto al ballottaggio), oltre al premio di maggioranza. Altrimenti, senza bipolarismo, ci rimarrà soltanto un disturbo bipolare.
Michele Ainis – Legge e libertà – www.lespresso.it –michele.ainis@uniroma3.it -2 aprile- 2015

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