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domenica 26 aprile 2015

Lo Sapevate Che: Papa Francesco è l'unico leader...



Leader Tra I Leader. Il più carismatico, forse l’unico. Parla ai poveri della Terra, qualsiasi sia la loro religione. Per questo si erge come un antagonista al tavolo dei potenti. Con una visione geopolitica che, prima di lui, soltanto il papa polacco, Giovanni Paolo II, aveva mostrato con altrettanta lucidità. Eccolo, senza reticenze, denunciare il genocidio degli armeni, compiuto cento anni fa dall’Impero Ottomano; e con altrettanta fermezza pronto ad affrontare la conseguente crisi diplomatica apertasi con il governo della Turchia, per il quale quel genocidio non s’è mai consumato. Francesco,Il Papa venuto dalla fine del mondo, entra nelle cose del mondo globalizzato intessendo con raffinata sapienza messaggi di pace e realpolitik. Artefice dello storico disgelo tra Stati Uniti e Cuba. Mediatore invisibile tra Obama e Putin nella crisi in Siria. Voce finora isolata in difesa del suo popolo, i cristiani perseguitati in Asia e Africa. (..). Il governo di Ankara, sotto la presidenza di Ergogan, ha in corso una lenta ma costante re-islamizzazione dello Stato più laico di quell’area, storico membro della Nato. Una potenza regionale in competizione con l’Iran e l’Arabia Saudita. Al potere turco dunque il ricordo del massacro degli armeni appare come una lesione del proprio prestigio internazionale, a maggior ragione se ne fa mentore il capo di uno Stato minuscolo ma quanto mai influente qual è il Vaticano sotto la guida di papa Bergoglio. Per Francesco La Tragedia degli armeni fu “ il primo genocidio del XX secolo”, anticipatore dell’Olocausto degli ebrei per mano nazista e del terrore stalinista nel blocco comunista. “Fare memoria di quanto accaduto è doveroso non solo per il popolo armeno e per la Chiesa universale, ma per l’intera famiglia umana, perché il monito che viene da questa tragedia ci liberi dal ricadere in simili orrori”, ha scritto il pontefice il12 aprile. Fare memoria, perché ciò che – illudendoci – credevamo fosse stato archiviato con il Novecento, invece si ripropone con una ripetizione allucinante sia nel cuore dell’Europa, tra Ucraina e Russia, come in Kenya o in Mesopotamia. Papa Bergoglio Per Primo ha parlato di una terza guerra mondiale combattuta “a pezzi”. Incerte le forze in campo. Assenti o distratti negli scacchieri cruciali i Paesi con solide tradizioni democratiche.(..). Ma Francesco ci fa capire come questa orrenda guerra “ a pezzi” abbia come vittime pressoché esclusive i più poveri, i più deboli, quale che siano le loro convinzioni religiose: i cristiani massacrati dal sedicente Stato Islamico piuttosto che i migranti di fede musulmana affogati nel canale di Sicilia. Li difende tutti, in nome di un’utopia. Che è la scelta di riscatto della Chiesa di Francesco, contrappasso alla vicenda millenaria della chiesa di Roma e della sua ricerca di compromessi. Spesso indicibili. La Rievocazione di un avvenimento del secolo scorso ci avverte a non fomentare contrapposizioni etniche e religiose. E al tempo stesso, di fronte agli orrori, a non credere alle ambiguità e ai compromessi. Messaggi di pace e realpolitik. Nel nome di Francesco.
Luigi Vicinanza – Editoriale – www.lespresso.it - @vicinanzal

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