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mercoledì 1 ottobre 2014

Lo Sapevate Che: Anche lo spam può servire...



Le società si comprendono meglio non tanto analizzando quello che accumulano, costruiscono e consumano, quanto valutando ciò che sprecano, distruggono e scartano: a partire dalla spazzatura. L’adagio sviluppato qualche decennio fa nelle scienze sociali è valido oggi per comprendere a fondo la cultura elettronica? A giudicare dalle ore trascorse a visionare, cancellare e segnalare spam, la risposta è non solo affermativa, ma implica la necessità di sottolineare una radicale inversione dei fatti: a ben vedere, consacriamo più tempo e spazio all’apparente immondizia elettronica che non a dati generalmente considerati più nobili, indispensabili e strutturali. Accanto al disagio da ciò provocato, di cui l’inefficacia lavorativa è l’apice, il fenomeno comporta inesplorate e inattese conseguenze dal carattere virtuoso. Non si tratta semplicemente del sollievo provato dal ripulire la sporcizia e dal ristabilire l’ordine, ma anche dalla sensazione di riposo e di pausa provata nei confronti degli imperativi più stringenti delle nostre vite professionali, affettive e sociali. Lo spam ci riconsegna al caso e restituisce dignità alla casualità dell’esistenza gettandoci nelle braccia degli imprevisti e tutto ciò che normalmente non rientra nelle nostre sempre più stringenti agende. Così, quando ogni giorno filtriamo le nostre caselle di posta elettronica dai loro tanti magabyte d’inutilità, siamo appellati inconsciamente all’alterità che ci attornia e che, con un solo clic, potremmo frequentare, abitare e indossare. Forse è pertanto gi
unto il momento di seguire, dalla strada alla rete, il consiglio indicato in uno storico murales di Palermo: “In trash we trust”.
vincenzo.susca@lescahiers.eu – News Tecnologia – L’Espresso-25 settembre 2014

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